Ucraina verso il baratro: soldati Nato e Usa a Est, truppe di Kiev ai confini. Biden chiama gli alleati

Ridotti gli staff diplomatici americano e inglese. Domani vertice tra Putin e Zelensky a Parigi

Ucraina verso il baratro: soldati Nato e Usa a Est, truppe di Kiev ai confini. Biden chiama gli alleati

Si intensificano le manovre sul risiko ucraino dinanzi a una escalation su entrambi i fronti, quello russo e quello occidentale. Mentre crescono i timori di invasione delle decine di migliaia di truppe di Mosca, ammassate al confine con l'Ucraina, la Nato ha fatto sapere che invierà altre navi e caccia nell'Europa orientale mentre gli Stati Uniti hanno messo 8.500 soldati in stato d'allerta ma spiegano che non hanno ancora preso «una decisione finale» sul loro dispiegamento. «Gli alleati - ha chiarito in una nota la Nato - stanno mettendo le forze in allerta e inviando navi e caccia in Europa dell'Est per rinforzare la nostra capacità di deterrenza e difesa». Una mossa giunta dopo le notizie secondo cui Joe Biden sta valutando la possibilità di schierare migliaia di truppe Usa nei Paesi baltici e in Europa dell'Est per fronteggiare un'eventuale invasione russa. Il New York Times, citando fonti dell'amministrazione americana, ha riferito che in un incontro svoltosi sabato a Camp David, alti funzionari del Pentagono tra cui il segretario alla Difesa Lloyd Austin, e il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, hanno presentato al presidente diverse opzioni. Tra cui l'invio da 1.000 a 5.000 soldati con la possibilità di aumentare di dieci volte il numero.

Intanto ieri pomeriggio (serata italiana), il Comandante in Capo ha effettuato un giro di videochiamate con i leader europei, dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al presidente del consiglio europeo Charles Michel, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier italiano Mario Draghi, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, il presidente polacco Andrzej Duda e il premier britannico Boris Johnson. Secondo il Cremlino, invece, Washington e la Nato stanno aumentando le tensioni attraverso «annunci isterici» e «azioni concrete», come ha spiegato il portavoce Dmitry Peskov, precisando che il rischio di un'offensiva delle truppe ucraine contro i separatisti filo-russi nell'Est del Paese è «molto alto».

Gli Stati Uniti intanto, tra le misure di emergenza, hanno ordinato l'evacuazione delle famiglie dei diplomatici in Ucraina, con la raccomandazione di ridurre il personale non essenziale dell'ambasciata a Kiev. Londra ha annunciato il ritiro del suo personale dalla sede diplomatica nella capitale a causa della «minaccia crescente» della Russia, anche se il Foreign Office ha precisato che l'ambasciata resta aperta per il disbrigo degli affari essenziali. Mentre l'Australia evacua i familiari dei suoi diplomatici e invita i suoi cittadini a lasciare l'Ucraina, l'Austria fa sapere di avere già pronto un piano di evacuazione. L'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell, ha tuttavia invitato a «non drammatizzare la situazione». «I negoziati con la Russia sono in corso, non penso che si debba lasciare l'Ucraina», ha sottolineato, spiegando che per ora il personale non viene evacuato. Mentre Kiev critica l'ordine di Washington: «Consideriamo la misura presa come prematura ed eccessiva», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri, Oleg Nikolenko.

Domani vertice a Parigi tra Zelensky e Putin che ieri ha telefonato al premier cubano Miguel Diaz-Canel per discutere un «coordinamento delle azioni dei due Paesi

nell'arena internazionale» nel quadro della loro «partnership strategica». Da Bruxelles arrivano nuovi aiuti all'Ucraina: von der Leyen ha annunciato un pacchetto da 1,2 miliardi di euro, riaffermando che l'Ue è «al suo fianco».

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