Ue zona rossa, l'Italia resiste "Ma acceleriamo le iniezioni"

L'Oms: rischiamo 500mila morti entro gennaio. Da noi dati in lenta risalita. L'invito: "Negli hub senza prenotare"

Ue zona rossa, l'Italia resiste "Ma acceleriamo le iniezioni"

La pandemia dei non vaccinati si propaga in Europa e Asia centrale. È l'Organizzazione mondiale della sanità a rilanciare l'allarme: queste due aree tornano a essere l'epicentro della pandemia di Covid, con un possibile aumento di 500mila morti entro gennaio avverte il direttore, Hans Kluge che addebita la crescita del 55% dei casi ai bassi tassi di vaccinazione e al mancato uso delle mascherine. Il peggioramento generale della situazione in Europa viene confermato anche dall'ultimo aggiornamento del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Ecdc. In Italia sono rimaste soltanto 6 regioni in verde (Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Molise, Basilicata e Sardegna) mentre due settimane fa erano 13. Le altre sono tutte in arancione. Molto grave la situazione nell'Est europeo in profondo rosso, ma soffrono anche la Germania e i Paesi scandinavi.

In Italia la curva cresce più lentamente, ma la tendenza è in salita come evidenzia l'ultimo report di Gimbe. Qualsiasi dubbio sulla capacità dei vaccini di arginare la diffusione del coronavirus dovrebbe essere fugato dai dati del Friuli-Venezia Giulia e in particolare di Trieste dove è più forte la presenza dei No Vax che sono ripetutamente scesi in piazza a protestare senza mascherina. Nella settimana dal 27 ottobre al 2 novembre l'incidenza dei nuovi casi su 100mila abitanti è schizzata a Trieste a 376 ed a Gorizia a 121, dati da zona rossa. Poi c'è un'altra enclave No Vax: Bolzano con 148 nuovi casi. A Milano per esempio sono 30 e a Roma 66. Ma tutti gli indicatori relativi alla pandemia sono in crescita: più 16,6% nuovi casi; più 3,2 i decessi; più 12,9 le intensive; più 14,9 i ricoveri ordinari.

E dunque occorre procedere con la campagna vaccinale con i due obiettivi: immunizzare il 90% della popolazione e accelerare sulla terza dose che, fa sapere il Quirinale, è stata somministrata una settimana fa anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Il commissario all'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, ha diramato una circolare, sottolineando la necessità di velocizzare le somministrazioni ma ha anche precisato che al momento «le autorità sanitarie hanno fornito indicazioni sulla somministrazione delle dosi booster secondo il solo criterio anagrafico», ovvero gli over 60, «eccetto il personale sanitario e i soggetti con elevata fragilità e i soggetti vaccinati con prodotto monodose». Quindi al momento non viene indicata come priorità la terza dose per i docenti. «Al momento non sono previste somministrazioni per ulteriori potenziali gruppi target, comparto scolastico, sicurezza/difesa», chiarisce la circolare.

Il «rialzo della curva epidemica» pur non avendo provocato un'impennata di ricoveri come un anno fa rende però necessario «aumentare il ritmo dei richiami con una calendarizzazione delle dosi a partire dal 181mo giorno dal completamento del ciclo vaccinale primario», scrive ancora Figliuolo che invita pure le regioni a prepararsi per tempo per un probabile «futuro allargamento dell'offerta vaccinale alla platea 5-11 anni».

È anche la situazione europea in rapido e progressivo peggioramento proprio a causa dell'alto numero di non vaccinati ad evidenziare «la necessità di incrementare il ritmo di somministrazione delle terze dosi, nonché di proseguire con il completamento dei cicli vaccinali primari».

Figliuolo sollecita le regioni a programmare la somministrazione del vaccino per il Covid insieme a quello per l'influenza stagionale, garantendo «la possibilità aggiuntiva di accedere alla vaccinazione direttamente presso gli hub vaccinali senza prenotazione» continuando a coinvolgere la medicina territoriale nella campagna vaccinale: medici di famiglia, pediatri e farmacisti.

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