Con gli uragani l'uomo non c'entra

Con gli uragani l'uomo non c'entra

Il Papa ha idee confuse in tema di protezione dell'ambiente. A proposito dei disastri del maltempo ha dichiarato che «siamo tutti responsabili», riferendosi al genere umano. Insomma, a Suo dire, la colpa dei disastri è degli uomini. Non è ben chiaro, dalle parole del Pontefice, qual è esattamente la colpa degli uomini. Esistere? Vivere? Costruire abitazioni? Non bisogna costruire lì. Lì, dove? In tutta la Florida? Non bisogna costruire in riva a quel fiume. E perché no? In realtà potremmo costruire le nostre case dove ci pare. Basta governare le possibili avversità della natura, dai terremoti alle inondazioni. Ampie aree dell'Olanda stanno sotto il livello del mare. Il fatto è che per far bene e in sicurezza bisogna metterci le risorse, che poi spesso devono venire dal denaro delle nostre tasse, giacché la gestione di queste cose interessa la collettività. Un terremoto di forza 9 fa oscillare i grattacieli di Tokyo, ma le oscillazioni per i giapponesi non sono un problema. Un terremoto di forza 4 può far crollare un paesino dell'Umbria. Quello di alcuni anni fa nel Modenese, che fu devastante per molte abitazioni, lasciò non scalfiti i viadotti autostradali, costruiti da ingegneri degni del loro titolo.

È allora necessario essere consapevoli che, ove v'è responsabilità morale umana dei disastri del maltempo, questa è tutta degli ambientalisti. Vediamo perché. Costoro negli ultimi vent'anni ci hanno massacrato gli zebedei invocando misure ridicole contro i capricci del clima. Hanno sostenuto: 1) essi sono dovuti alla industrializzazione, a causa della quale gli eventi climatici estremi, a loro dire, sarebbero aumentati in numero e in intensità; 2) bisogna governare codesti presunti cambiamenti climatici attuando una politica energetica diversa da quella che ha favorito l'industrializzazione, essendo questa la causa dei cambiamenti climatici (cosa di cui anche Papa Francesco sembra essersi convinto).

La prima affermazione è decisamente falsa. Nei 160 anni compresi fra il 1850 e il 2010, gli Stati Uniti sono stati colpiti da 77 uragani, 4 di forza 5, 20 di forza 4, e 53 di forza 3. Di quelli di forza 5, due sono occorsi prima del 1935 e 2 dopo il 1935. Di quelli di forza 4, ne sono occorsi 5 nel primo terzo dell'intervallo 1850-2010, 9 nel secondo terzo, e 6 nell'ultimo terzo. A ragionare come fanno quelli che nulla sanno di statistica diremmo che l'industrializzazione fa bene ai capricci del clima, visto che nella seconda metà del Novecento gli uragani di forza 4 che hanno colpito l'America sono stati il 50% in meno che nella prima metà del Novecento. Ma noi non siamo avvezzi a tale uso garibaldino della statistica. Infine, dei detti 53 uragani di forza 3, sono occorsi 13 nella seconda metà dell'Ottocento, 20 nella prima metà del Novecento e 20 nella seconda metà del Novecento.

Una volta che abbiamo assodato che la prima affermazione è patentemente fasulla, è chiaro che la seconda affermazione è, a dir poco, inutile. In realtà, essa e vengo al punto è dannosa, anzi è devastante. Impegnare risorse come suggerito dagli ambientalisti distoglie le stesse da altre misure che, invece, sono necessarie per governare i capricci del clima. A partire dal governo Prodi, l'Italia ha impegnato centinaia di miliardi sulla politica energetica cosiddetta alternativa, in nome della volontà di governare il clima. Questo denaro è stato sottratto alle risorse necessarie per proteggersi dal clima e dalle sue conseguenze. Che è come dire, per proteggere dal peso della neve le case di montagna, di aver impegnato il nostro denaro per evitare che nevichi anziché per costruire i tetti spioventi.

«Siamo tutti responsabili!» lo gridò in televisione, alla fine di un accorato discorso, il ministro delle finanze jugoslavo quando, nel maggio del 1984 presentò alla popolazione lo sfacelo economico in cui

versava il Paese che egli governava; mentre, invece, era lui solo il responsabile. Allora, Santo Padre, non sarebbe invece opportuno separare il grano dal loglio, e indicare i veri responsabili morali di questi disastri?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica