Molto più di una visita simbolica. Ma che il primo viaggio ufficiale di Ursula von der Leyen dopo la conferma alla guida della Commissione europea sia a Kiev, per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky, è sì anche qualcosa di simbolico che rappresenta un ulteriore conferma dell'impegno nel sostegno all'Ucraina. Soprattutto il giorno dopo il voto all'Europarlamento che autorizza Kiev a colpire le basi russe da cui partono gli attacchi contro le città ucraine. A maggior ragione se il viaggio ha portato in dote un ulteriore prestito agevolato da 35 miliardi oltre alla promessa di altri aiuti. «Sono qui per dire a te e al popolo ucraino che l'Unione europea e qui per aiutarvi mentre lottate per la vostra sopravvivenza», ha detto von der Leyen. «Ti ringrazio per il lavoro sull'attuazione della nostra formula di pace», ha detto Zelensky. Ma al di là delle parole più o meno di circostanza c'è di più.
La linea operativa è sempre la stessa con l'obiettivo di arrivare in tempi ragionevoli a un vero e concreto dialogo che porti alla fine del conflitto: portare l'Ucraina a trattare in posizione di forza. Quindi, sostenerla nello sforzo bellico i modo da mettere pressione alla Russia. «Organizzeremo quest'anno il secondo summit di pace, con il quale metteremo fine alla guerra, in modo che la pace sia davvero affidabile», ha ribadito Zelensky. Come arrivarci, alla pace, lo spiega ancora una volta lui stesso. «È necessario mettere maggiore pressione sulla Russia. La Russia non deve abituarsi alle nostre pressioni. E non dovrebbero esserci divisioni sui pacchetti di sanzioni». Anche per questo il leader ucraino sarà a New York per i lavori delle Nazioni Unite in cui porterà al presidente degli Stati Uniti Joe Biden il suo piano. «Spero davvero che lo sostenga. È progettato per decisioni che dovranno essere prese da ottobre a dicembre... Ci piacerebbe molto. Allora crediamo che il piano funzionerà», ha detto.
Dal canto suo von der Leyen ha confermato di aver «iniziato a trasferire i proventi dei beni russi congelati nell'Ue al vostro esercito. Quest'estate abbiamo trasferito i primi 1,4 miliardi di euro, sotto forma di ordini per armi e attrezzature tramite l'European Peace Facility. Acquistiamo per l'Ucraina in Ucraina, in modo che il valore aggiunto venga aumentato, dalle tasche dello Stato russo, per la vostra industria della difesa. Questo rende l'Europa l'investitore pubblico numero uno del vostro settore della difesa», ha detto la presidente della Commissione europea annunciando che è già operativo anche un ufficio della commissione a Kiev che collegherà le industrie della difesa ucraine e Ue. Atti concreti, come la promessa che l'Europa non lascerà al buio l'Ucraina in vista dell'imminente inverno e degli attacchi russi alle centrali energetiche, e una ulteriore elargizione. «La Commissione Ue fornirà all'Ucraina un prestito fino a 35 miliardi di euro come parte dell'impegno del G7», ha promesso von der Leyen.
Se il piano di Kiev è quello di colpire e costringere Mosca a trattare in posizione di svantaggio, la Russia ha altri piani.
«Una volta che l'Occidente smetterà di fornire armi al regime di Kiev e di sponsorizzare l'attività terroristica, ciò potrebbe essere visto come un segnale verso un accordo politico-diplomatico», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, un falco in gonnella, colei che finora ha sempre usato parole durissime contro tutti e contro tutto, anche al limite dell'assurdo. Chissà che con il rafforzarsi dell'Ucraina, il vento, anche dalle parti del Cremlino, non stia davvero iniziando a cambiare.
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