La sfida parlamentare sulla maternità surrogata è ufficialmente iniziata. La proposta di legge della deputata di Fratelli d'Italia Carolina Varchi per estendere il divieto di ricorrere alla maternità surrogata anche effettuata all'estero è stata incardinata ieri alla Camera, e inizierà il proprio iter all'inizio della prossima settimana.
Il risultato finale non è in discussione, ma sulla materia, soprattutto dentro il centrosinistra, le fibrillazioni non mancano. La questione della maternità surrogata unisce, infatti, un ampio fronte che va dal centrodestra al mondo femminista, dal Terzo Polo fino alla CEI che anche ieri è tornata a far sentire la propria voce definendola «una pratica inaccettabile che rischia di mercificare le donne e la maternità», attraverso le parole del segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi.
La maternità surrogata, oggi è già vietata in Italia in base alla legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita, l'intenzione della maggioranza è quella di bloccare anche quei casi (250 l'anno circa) di coppie o single che si recano all'estero. «Mi aspetto un'ampia convergenza anche da parte della sinistra, da parte di tutti», «Questa - rimarca il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia - è veramente una battaglia di civiltà alla quale non può non aderire chi è contro lo sfruttamento delle donne, soprattutto quelle in condizione di bisogno».
Più complessa la situazione all'interno del Pd che vorrebbe in sostanza il mantenimento della situazione attuale. «Noi abbiamo una posizione di contrarietà» alla maternità surrogata «e non ci sono proposte che possano far pensare a una volontà di legalizzazione da parte nostra» sostiene la capogruppo Pd, Debora Serracchiani. Ma detto questo, sottolinea, la proposta di legge sulla maternità surrogata presentata da Fratelli d'Italia «tecnicamente non sta in piedi». «Non puoi stabilire che è un reato universale, devi tener conto che ci sono Paesi anche europei dove è legale. Come fai a stabilire che i genitori debbano essere arrestati nel momento in cui mettono piede in Italia?»
Stefano Bonaccini, però, parlando a Tagadà su La7, assume una posizione diversa. «Io sono nettamente contrario alla maternità surrogata e la stragrande maggioranza degli elettori Pd la pensa come me. La Schlein? Non so, non credo si sia espressa su questo. Sono favorevole all'adozione da parte degli omosessuali e anche single». Limpida invece la presa di posizione del Terzo Polo. «Sono contrarissima alla gestazione per altri, perché è una forma moderna di sfruttamento della donna», dice Raffaella Paita, presidente di Azione-Italia Viva al Senato. «Dobbiamo essere saldi in difesa dei diritti della donna».
In Parlamento si discute anche della questione dei diritti dei bambini. Ed Eugenia Roccella, rispondendo a un interrogazione di Maurizio Gasparri, chiarisce che «i diritti dei bambini in Italia, anche se nati all'estero con pratiche che sono reato nel nostro Paese, come ad esempio la maternità surrogata o utero in affitto, sono pienamente tutelati. Ricordiamo infatti che nel caso di un atto di nascita prodotto all'estero, in cui risultano come genitori due padri, la trascrizione in Italia prevede quella del solo padre biologico. Una volta riconosciuto il genitore biologicamente legato a sé, il piccolo potrà godere immediatamente di tutti i diritti, dall'assistenza sanitaria all'istruzione, come già accade, ad esempio, ai bambini non riconosciuti dal padre e cresciuti da madri cosiddette single».
La ministra aggiunge: «Permane la condanna dell'utero in affitto, stabilita dalla legge 40, e ribadita più volte da diverse sentenze della Consulta. Recentemente anche la Cassazione ha affermato con chiarezza che tale pratica offende in modo intollerabile la dignità della donna».
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