Venezuela, Casaleggio inchioda Conte "Tacque sul dossier, infamia su papà"

"I soldi di Maduro ai 5S? Sapeva che era un falso ma non parlò"

Venezuela, Casaleggio inchioda Conte "Tacque sul dossier, infamia su papà"

Un intrigo internazionale, un quotidiano spagnolo e una presunta valigetta venezuelana. Tutto per cambiare il corso interno del M5s. Questo è quanto fa capire, neppure tanto velatamente, Davide Casaleggio in un video pubblicato sui social e in un intervento sul Blog delle Stelle, l'ex sito ufficiale dei grillini, ora gestito dal presidente dell'associazione Rousseau. Accuse molto pesanti, quelle di Casaleggio. E un destinatario ben preciso: Giuseppe Conte. L'attuale leader pentastellato, secondo il figlio del cofondatore, era a conoscenza del documento pubblicato a giugno del 2020 dal giornale Abc, ma da premier decise di non approfondire la questione. Non dispose di indagare sulla veridicità del dossier, non mosse un dito nemmeno nell'altro senso: per denunciare l'ipotetica calunnia ai danni del M5s. Questa è la tesi di Casaleggio, che sostiene anche il coinvolgimento di «persone del governo italiano» e dei «servizi segreti italiani» nella vicenda dei presunti 3,5 milioni di euro regalati nel 2010 dal Venezuela di Hugo Chávez ai grillini.

L'imprenditore parla del caso Venezuela come di «un'infamia che è stata condotta contro mio padre». Infatti, secondo la ricostruzione di Abc, considerata falsa dal numero uno di Rousseau, sarebbe stato proprio Gianroberto Casaleggio a ricevere la valigetta con il finanziamento del regime chavista, che considerava il guru grillino «promotore di un movimento si sinistra rivoluzionario e anticapitalista» in Italia. Davide Casaleggio sottolinea come i tempi dell'operazione coincidano con un momento di particolare difficoltà per il Movimento: «Questo documento falso è arrivato al giornale spagnolo, che poi lo pubblicò, proprio nel momento in cui il Capo Politico del M5s si era dimesso». Siamo quindi a gennaio 2020. Luigi Di Maio si era appena dimesso da leader e Conte era a Palazzo Chigi. «L'inchiesta esce sul giornale sei mesi dopo. Proprio nel momento in cui si sta discutendo del fatto di fare o meno il voto per il Capo Politico che doveva essere rivotato», prosegue la ricostruzione. Lo scoop, a firma del giornalista Marcos Garcia Rey, esce il 15 giugno.

Ma, secondo Casaleggio, quel documento era «custodito in un cassetto del governo italiano già da un anno». E c'è di più: «Il 27 di aprile del 2019 i servizi segreti italiani con in mano questo documento vanno da Giuseppe Conte vista la gravità del fatto denunciato dal documento e lo sottopongono per una sua valutazione. Quello che è stato fatto? Nulla». Infatti il pezzo viene pubblicato e la procura di Milano apre anche un'inchiesta, in cui è indagato il console del Venezuela a Milano Gian Carlo Di Martino. È stato coinvolto nella vicenda anche Hugo Carvajal, detto «El Pollo», ex capo dei servizi segreti militari venezuelani, arrestato in Spagna a settembre 2021 su mandato degli Stati Uniti per narcotraffico. El Pollo in un memorandum ha parlato di finanziamenti chavisti a diversi partiti, tra cui gli spagnoli di Podemos e il M5s, ed è stato interrogato a Madrid a novembre del 2021 anche dai Pm milanesi, ma il colloquio è stato secretato.

Conte non replica, i contiani sospettano di trame di Casaleggio per «lanciare un nuovo partito con

la Raggi e Di Battista». Davide non molla e si aspetta che il prossimo governo «faccia chiarezza», perché, dice, «non tollero che si infanghino le persone che non possono difendersi. Non tollero che si infanghi mio padre».

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