A pochi giorni dalle elezioni le Sezioni Unite della Cassazione emettono una sentenza che può aggravare il clima di incertezza soprattutto per gli elettori della Campania, dov'è in corsa per la poltrona di governatore il Pd Vincenzo de Luca.
La notizia non è ufficiale, ma secondo Repubblica avrebbero stabilito che è il giudice ordinario e non quello amministrativo ad essere competente sull'applicazione della legge Severino in materia di incandidabilità ed eleggibilità.
Il massimo organo giuridico della magistratura si pronuncia su una questione che riguarda due sindaci: Luigi de Magistris a Napoli e appunto De Luca a Salerno, entrambi condannati per abuso d'ufficio e dichiarati decaduti dalla carica dal prefetto, reintegrati proprio dal Tar. Ora, ci si chiede, queste pronunce dei giudici amministrativi sono illegittime, per mancanza di giurisdizione?
E allora che cosa cambia in particolare per De Luca? Le conseguenze si potranno capire solo quando si conoscerà la motivazione della Cassazione, che a quanto sembra sarà pubblica presto, forse prima del voto amministrativo, tra 2-3 giorni. Certamente, per De Luca qualcosa cambia. Assodata la candidabilità, perché la Severino la esclude solo in caso di condanna definitiva, già c'era in caso di vittoria la certezza di essere sospeso fino a 18 mesi dal nuovo incarico di presidente della Regione, da parte del consiglio dei ministri. Ma a quel punto l'esponente dem non potrà più contare su un ricorso al Tar, per farsi reintegrare con un giudizio immediato, ma dovrà fare i conti con il giudice ordinario.
«Che ha tempi più lunghi per decidere - spiega l'avvocato Gianluigi Pellegrino, rappresentante del Movimento difesa del cittadino che ha promosso il ricorso sul caso De Magistris - anche molte settimane, e soprattutto potrebbe non condividere il parere dei giudici amministrativi che si debba sospendere l'applicazione di una legge, come la Severino, che dovrebbe essere applicata a tutti nello stesso modo».
Il verdetto delle Sezioni Unite civili, presiedute da Antonio Rovelli (numero 2 della Cassazione dopo il Primo presidente Giorgio Santacroce), arriva dopo una breve camera di consiglio e accoglie la posizione espressa dal sostituto Pg Umberto Apice, come prima di lui dal suo collega Luigi Salvato.
Il 21 gennaio il tribunale di Salerno ha condannato De Luca- pena sospesa - a un anno di reclusione e a un anno di interdizione dai pubblici uffici per abuso d' ufficio per la nomina di un project manager per la realizzazione del termovalorizzatore di Salerno. Per la legge Severino, il 23 gennaio il sindaco è stato sospeso per 18 mesi dalle sue funzioni, ma 3 giorni dopo il Tar della Campania lo ha reintegrato. A maggio il ricorso del M5S contro De Luca è stato respinto e il dispositivo della sentenza ha confermato che il sindaco era candidabile ma ineleggibile, da sospendere in caso di elezione. Malgrado questo De Luca ha insistito a sfidare il governatore uscente Stefano Caldoro del Pdl.
Quanto a de Magistris, è stato condannato a 1 anno e 3 mesi per abuso d'ufficio, sospeso dal prefetto e reintegrato dal Tar e dal Consiglio di Stato, in attesa della pronuncia della Consulta sulle questioni di legittimità costituzionali della legge.
«Dopo il verdetto delle Sezioni Unite - spiega l'avvocato Pellegrino - decade per carenza di giurisdizione il ricorso alla Corte costituzionale. Bisognerà vedere se il giudice ordinario, che invece è competente, ne solleverà un altro, esprimendo dubbi di costituzionalità sulla Severino».
Intanto arriva la
notizia che Matteo Renzi non sarà a Napoli per la chiusura della campagna elettorale di De Luca. Forse, anche il premier coglie il paradosso di sostenere un candidato governatore che, in caso di vittoria, dovrà subito sospendere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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