Vespa difende l'esecutivo. L'opposizione lo lincia: "È il portavoce di Giorgia"

Il conduttore: "Ogni Stato fa cose sporchissime per la sicurezza nazionale, chiedete a Renzi e Gentiloni"

Vespa difende l'esecutivo. L'opposizione lo lincia: "È il portavoce di Giorgia"
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Giorgia Meloni, certo. Ma l'altro bersaglio di giornata per l'opposizione è Bruno Vespa. La miccia della polemica si accende dopo l'intervento del conduttore a Cinque Minuti, su Rai 1. È giovedì sera e al centro della trasmissione c'è il caso Almasri. Vespa esprime la sua opinione sui fatti e difende il governo. Quel che basta ad alzare il polverone. «In ogni Stato si fanno delle cose sporchissime anche trattando con i torturatori per la sicurezza nazionale, questo avviene in tutti gli Stati del mondo», è una delle riflessioni di Vespa, che punta tutto sulla «ragione di Stato» alla base del rimpatrio del libico Almasri. Subito scatta la reazione da parte del fronte progressista. Tutti vanno all'attacco del giornalista. Ad andarci giù pesante, per i dem, è l'europarlamentare Sandro Ruotolo, responsabile informazione nella segreteria nazionale guidata da Elly Schlein. «Altro che terza Camera, Vespa è diventato il portavoce ufficiale di Palazzo Chigi», dice Ruotolo. Pronta la replica di Vespa. «Ruotolo chieda chiarimenti sulle cose sporchissime che fanno governi d'ogni colore e latitudine, a Marco Minniti e Nicola Latorre che per conto del Pd si sono occupati al più alto livello della sicurezza nazionale. Sul generale Almasri i governi Renzi e Gentiloni sanno certamente qualcosa», è la risposta.

Secondo gli esponenti del M5s in Vigilanza Rai Vespa «ha superato ogni limite». Quindi la provocazione: «Se proprio ci tiene così tanto a sostenere il governo, faccia il passo definitivo. Si candidi con Fratelli d'Italia». Per Avs, quella di Vespa è «un'arringa di regime». Mentre a ribattere su Renzi, chiamato in causa dal giornalista nella risposta a Ruotolo, è il capogruppo di Iv al Senato Enrico Borghi. «Se Vespa vuole parlare di Renzi farebbe bene a informarsi prima. Attendiamo le scuse del conduttore», dice Borghi. Vespa rilancia: «A me risulta che i due tecnici italiani Bruno Cacace e Danilo Colonego rapiti (forse dall'Isis) in Libia ai confini con l'Algeria il 19 settembre 2016 (governo Renzi) furono liberati il 5 novembre con l'aiuto della milizia Rada di cui Almasri è il numero 2». E ancora: «Di Rada si sono serviti tutti i governi. Se poi i due tecnici sono stati liberati dalla Befana, mi scuso con il presidente Renzi».

Per FdI la polemica su Vespa è «pretestuosa». Ma Borghi ribatte ancora: «Tirare in ballo Renzi per il generale Almasri significa essere in malafede. Quanto al sequestro dei tecnici italiani, ci fa piacere che Vespa sostenga di avere informazioni che risultano coperte da segreto di Stato». «L'accordo Minniti parte con il presidente Gentiloni, io avevo una posizione diversa. A quel punto gli facciamo notare che ha fatto un errore e Vespa dice una cosa, una informazione che è un segreto di Stato. Sarei curioso di sapere chi sta diffondendo segreti. Qualcuno evidentemente sta usando Vespa come portavoce del governo e gli passa informazioni», ci mette il carico Matteo Renzi a Metropolis, sul sito di Repubblica.

Si scatena il

dibattito in Rai. Il sindacato Usigrai accusa il volto del servizio pubblico di «propaganda che sa di regime». Per l'altro sindacato dei giornalisti di Viale Mazzini, Unirai, «chi grida al regime è allergico al pluralismo».

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