«Parliamoci chiaro. Il Viminale ha sciolto Comuni per cose molto meno gravi di quelle successe a Bari». Il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto è appena uscito dalla conferenza stampa organizzata con il centrodestra nella sala consiliare del capoluogo pugliese dopo le polemiche sull'inchiesta che ha azzerato i vertici della società di trasporti comunale Amtab e allungato sull'amministrazione di sinistra l'ombra della mafia. Il ministero dell'Interno avrebbe potuto già sottoporre a Palazzo Chigi lo scioglimento ma ha deciso di mandare la commissione d'accesso agli atti, è il pensiero del forzista pugliese. «Cerchiamo una verità nell'interesse della città e chiediamo un approfondimento che sia in linea con questa parola. Poi il centrodestra si mostra compatto su questi valori, determinato nel richiedere semplicemente che si chiarisca quel che è accaduto: è la migliore notizia per la città di Bari e un buon auspicio per le prossime Comunali».
Sugli schermi si vedono le immagini di Michele Emiliano che ripete l'episodio che avrebbe come protagonista Antonio Decaro e la sorella di un boss, quando il governatore avrebbe imposto la «sua» protezione politica avvertendo i clan di lasciar lavorare l'allora assessore ai Trasporti, episodio che poi l'ex pm ha ridimensionato, amplificandone però la gravità. «Sono immagini del 2022, perché né allora né sul palco l'altro giorno Decaro ha preso subito le distanze da Emiliano? Uno dei due mente, ed è evidente chi è...», dice Sisto ai microfoni del Consiglio comunale. «Ci sono tutti gli elementi per pensare che la commissione possa dire la sua, mi sembra una scelta equilibrata di un fior di ministro come Matteo Piantedosi. Possiamo essere fiduciosi».
L'operazione verità lanciata dal centrodestra («corretta, condotta con garbo, tenacia e decisione», dice Sisto) denuncia ciò che l'opposizione locale urla inascoltata da mesi su Amtab, con interrogazioni rimaste lettera morta sui cambi di management subitanei e senza spiegazioni, ma serve anche a tutelare il governo dagli attacchi lanciati da Decaro («Così l'esecutivo dichiara guerra a Bari», le sue parole). Attacchi scomposti e inopportuni soprattutto per il ruolo di presidente Anci che il sindaco di Bari ricopre, visto che in passato, sugli scioglimenti di altri Comuni, non disse nulla di così grave. «Giù le mani da Bari lo diciamo noi - sottolinea Sisto - L'Amtab è in queste condizioni non certo perché abbiamo amministrato noi che non tocchiamo palla in questo Comune da 20 anni. Le responsabilità sulla mancata vigilanza o sulla tolleranza di talune situazioni ricadranno su chi ha governato», è il verdetto del viceministro forzista. L'operazione verità ha questo scopo: verificare quanto accaduto e accertare eventuali responsabilità».
Non è un caso che Decaro abbia conservato le deleghe sulle municipalizzate, e che dunque la mancata vigilanza sull'Amtab sia interamente ascrivibile al suo mandato.
«Già nel 2019 come centrodestra abbiamo denunciato certe nefandezze su incarichi e consulenti», ricordano gli esponenti di Fratelli d'Italia e della Lega, con Pino Monaco che sottolinea quando a fine febbraio il consigliere di centrosinistra Francesco Giannuzzi ha scoperchiato il caso. «Molti colleghi di maggioranza hanno lasciato l'aula, un fatto disgustoso». Di cui Decaro dovrà rispondere ai suoi elettori prima che al Viminale.
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