Viminale, proroga in arrivo. Tutto chiuso per altri 15 giorni

La Lamorgese anticipa un allungamento delle misure Oltre il 3 aprile proseguono i divieti, con qualche deroga

Viminale,  proroga in arrivo. Tutto chiuso per altri 15 giorni

Altro che riaperture. Una data certa ancora non c'è, ma sicuramente il decreto che chiude l'Italia e limita gli spostamenti verrà prorogato. Ci pensa il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese a gelare non solo il balzo in avanti di Matteo Renzi, ma anche le aspettative di chi fantasticava una Pasqua fuori casa. «I dati mi fanno pensare che la data del 3 aprile sia troppo riavvicinata per riaprire tutto. La situazione è seguita a vista e quindi le decisioni verranno prese man mano che la situazione sarà più tranquilla come numero di decessi e di contagi», dice a Maria Latella su Sky Tg24.

Il ministro non anticipa date che sarà il premier Giuseppe Conte ad annunciare tra qualche giorno, quando presenterà il nuovo decreto nelle ormai consuete comunicazioni alla nazione, ma il governo starebbe lavorando ad una proroga di almeno altri quindici giorni che però potrebbe prevedere qualche deroga per le aziende. Una soluzione di compromesso che non vanifichi gli sforzi fatti finora per contenere l'epidemia ma che tenga conto per quanto possibile delle imprese in difficoltà. Che la strada per tornare alla vita di tutti i giorni sarà ancora lunga lo ribadiscono anche il numero uno dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli: «Non allentiamo le misure di distanziamento adottate, il picco non è stato ancora raggiunto». L'auspicio della Lamorgese è «che per l'estate saremo fuori da questa emergenza».

Il ministro riconosce alla gran parte degli italiani di aver dimostrato senso di responsabilità nell'osservare le dure misure restrittive imposte dal decreto dello scorso 22 marzo: «Con il tempo si sono resi più conto delle difficoltà che stiamo vivendo e sono più rispettosi delle regole». Ma non è il momento di allentare la presa. Anzi, c'è una nuova stretta sugli ingressi in Italia. Da ieri sono in vigore severe disposizioni per chi arriva in aereo, nave o treno. Non solo l'obbligo per le compagnie di fornire le mascherine ai passeggeri e di dotare l'equipaggio dei dispositivi di protezione, ma anche quello di consegnare all'imbarco una dichiarazione che specifichi i motivi del viaggio e l'indirizzo dell'abitazione dove si intende trascorrere il periodo di sorveglianza sanitaria.

C'è molta preoccupazione per la situazione generale e per i primi segnali di insofferenza dei cittadini, soprattutto nel meridione, che non hanno di che sfamare le famiglie. Chi è in difficoltà verrà aiutato, assicura la Lamorgese, ma i comportamenti illegali verranno perseguiti. «Come governo è stato fatto tanto - dice il numero uno del Viminale - perché abbiamo messo a disposizione undici miliardi per la cassa integrazione e spero che queste risorse arrivino quanto prima perché sono un segnale importante. I cittadini hanno delle esigenze primarie di cui lo Stato non può che farsi carico e lo stiamo facendo. A fronte di una parte di persone per cui sono state previste delle tutele, c'è un'altra parte di italiani che non ha un lavoro fisso e che vuole avere un riscontro oggettivo in termini di risorse». È il momento, insiste il ministro, in cui «l'Europa, che tante volte non è stata solidale, deve dare un segnale di unità». Perché il coronavirus non ha colpito solo noi.

Le donne costrette in casa per le misure di contenimento, da ora in poi, annuncia inoltre la Lamorgese, avranno uno strumento in più per difendersi da eventuali episodi di violenza domestica che altrimenti non potrebbero denunciare, la app Youpol,

entrata in funzione proprio ieri, che con un semplice clic dal cellulare permetterà a chi è in pericolo di essere geolocalizzato dalla questura del proprio territorio in modo che la polizia possa intervenire immediatamente.

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