
A trentacinque anni dalla caduta del muro di Berlino, la Germania in crisi politica, economica, culturale è di nuovo divisa. Il risultato delle elezioni anticipate di ieri spacca l'Ovest dominato dai popolari di Cdu-Csu e l'Est, roccaforte del partito di estrema destra Afd. Con il presidente dei cristiano-democratici Friedrich Merz candidato cancelliere, i popolari hanno vinto con il 28,5%. È una cifra che stride con la presunzione di Merz, secondo cui il suo è «l'ultimo partito di massa in Germania». Il dato mostra infatti che la crisi dei partiti tradizionali ha colpito pure il cuore dell'Europa, dove ora è il tempo delle forze antisistema come Afd. Seconda al 20,6%, l'estrema destra può rivendicare un «successo storico» per la sua candidata cancelliera Alice Weidel. È il culmine di un'ascesa in cui Afd guadagna 10,2 punti rispetto alle elezioni del 2021. Per i popolari di Merz, che pure ha riportato la Cdu a destra dal centrismo merkeliano, l'incremento è stato solo di 4,4 punti. Emarginata dagli altri partiti con un «muro democratico», monitorata dai servizi segreti, Afd si afferma perché fornisce risposte semplici a problemi complessi. Forte dell'appoggio di Elon Musk e del vicepresidente degli Usa J.D. Vance, il partito di Weidel, che ha definito Adolf Hitler «un comunista», difende la libertà di opinione dalla censura delle élite, cavalca il sentimento identitario di fronte alle contraddizioni del multiculturalismo. Al fallimento sistemico nell'immigrazione, prima paura dei tedeschi, Afd ribatte con la remigrazione. A ben poco sono servite le manifestazioni di massa contro l'estrema destra, il partito di Weidel avanza nonostante sia considerato quinta colonna di Russia e Cina in Germania. Tuttavia, la marcia di Afd verso la Cancelleria non è ancora finita in una Germania che, per uscire dalla crisi, si affida ai popolari. «Di nuovo in avanti» è il motto di Merz, vittorioso alle elezioni a più alta affluenza dalla riunificazione tedesca con un tasso di partecipazione stimato all'84% su 59,2 milioni di aventi diritto al voto. Gli elettori hanno premiato popolari ed estrema destra mentre punivano i partiti al governo nell'ultima legislatura. La Spd del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, candidato per un secondo mandato che si è assunto la responsabilità della sconfitta, crolla al 16,5% dal 25,7%. Per i Verdi, che proponevano come capo del governo il ministro dell'Economia e Protezione del clima Robert Habeck, il calo è stato dal 14,8% all'11,8%. Al 4,4% con -7 punti, i liberaldemocratici Fdp restano fuori dal Bundestag perché sotto la soglia di sbarramento del 5%. Il presidente del partito, Christian Lindner, ex ministro delle Finanze allontanato da Scholz dopo le tensioni sulla politica finanziaria, si è dimesso dall'incarico e ha lasciato la politica attiva. «Le elezioni hanno portato una sconfitta per l'Fdp ma spero anche un nuovo inizio per la Germania. Io ho lottato per questo. Adesso lascio la politica attiva», ha affermato nel suo post su X.
L'estrema sinistra nazionalpopulista Bsw fondata da Sahra Wagenknecht è in bilico al 4,9%, mentre i post-comunisti Die Linke dati per moribondi sono all'8,7%. Nel proclamare la vittoria, Merz ha ammesso che «non sarà facile» formare un governo stabile di coalizione, ma è necessario fare presto perché «il mondo non aspetta». Il presidente della Cdu ha escluso ogni intesa tra popolari e Afd, che sbatte ancora contro la conventio ad excludendum degli altri partiti pur rappresentando quasi un quinto degli elettori. Il futuro prossimo pare incerto per una Germania ansiosa di cambiare.
La soluzione potrebbe essere una Grande coalizione tra Cdu, Csu e Spd, con una maggioranza ristretta, che diverrebbe più solida con l'inclusione dei Verdi. La svolta appare lontana per la Germania e Afd è pronta ad approfittarne, seguendo l'insegnamento dell'ideologo della Nuova destra Götz Kubitschek: «Auguriamoci la crisi come occasione da sfruttare».
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