La nuova puntata nucleare della guerra Russa è un bluff che l'Occidente deve immediatamente smascherare perché non diventi una minaccia definitiva alla nostra libertà e alla nostra stessa esistenza. È l'opinione di David Wurmser, studioso americano di politica internazionale, consigliere strategico dell'ex vicepresidente americano Dick Cheney, assistente speciale allo State Department di John Bolton, membro dell'American Enterprise Institute. Scelto dopo l'attacco delle Twin Towers dal sottosegretario alla difesa Douglas Feith per analizzare a fondo l'epocale vicenda per il Pentagono.
Il deposito di testate nucleari tattiche che Putin completerà in Bielorussia è la giustificazione per un prossimo gesto di aggressione mondiale? L'annuncio dell'approssimarsi del pericolo nucleare?
«Prima di tutto, è un gesto che esprime la difficoltà estrema in cui Putin si trova dopo avere di fatto fallito nel suo disegno di conquista e di fronte alla forte e presente minaccia Ucraina di avanzare verso una possibile vittoria».
La ritiene un'ipotesi realistica?
«Dipende interamente dalla quantità e dalla qualità delle armi che l'Occidente è in grado di fornire a Zelensky. I Mig29 provenienti dalla Slovacchia sono un ottimo segnale per l'Ucraina. Le richieste sono state spesso deluse o hanno trovato risposte inferiori alle necessità. Forse adesso la mossa di Putin può fornire a chi non aveva capito quanto sia indispensabile mettere l'Ucraina in grado di combattere una buona ragione».
O il contrario, può indurre un'atmosfera di forzato appleasement. C'è appena stata la proposta di pace di Xi Jinping cui in molti, da parte europea, hanno risposto con azzardate speranze...
«Anche Zelenzky aspettava i contenuti della proposta di cessate il fuoco ma poi i cinesi, come ha detto anche Biden, sono spariti. Ora l'Ucraina vuole andare all'offensiva, Putin lo sa, e per paura rimette sul tappeto quella minaccia atomica che di fatto ha già fatto balenare, pensiamo alle minacce a Londra, le terre desolate che promette, la distruzione...».
Ma che cosa sta tentando di fare adesso?
«Sta cercando di bloccare l'invio delle armi a Zelensky perché teme l'offensiva! Dispone le armi nucleari come barriera contro l'offensiva Ucraina che può essere compiuta solo con l'aiuto dell'Occidente».
I cinesi potrebbero offendersi a vedere che Putin subito dopo la proposta di pace si mette sul terreno nucleare.
«I cinesi sono lieti di quello che mette l'Occidente in confusione, è la propria egemonia che gli sta a cuore e oggi che l'America e la Nato sono indebolite e che tutti discutono di testate nucleari che minacciano l'Ucraina e l'Occidente, non sono certo in imbarazzo».
Che cosa può fermare Putin?
«Prima di tutto che venga chiamato il suo bluff con coraggio seguitando a fornire all'Ucraina tutto ciò che le serve a portare avanti uno sforzo bellico vittorioso, è il minimo che si può fare per aiutare Zelensky e il suo coraggioso popolo. Penso che Putin tema che gli vada a monte l'intera impresa di invasione di quel che credeva un debole nemico. In secondo luogo ha paura che l'Occidente mostri i denti nucleari a sua volta. Che dica una buona volta: se ti ci provi, sappiamo come rispondere».
Una bella responsabilità minacciare una guerra nucleare a nostra volta.
«Ma è una guerra che non minaccia solo gli Ucraini ma la libertà e la vita di tutti e la dimostrazione di debolezza è la peggiore cosa che si possa scegliere. Se lo faremo dovremo poi contare i giorni per le prossime minacce e invasioni. Se non siamo duri Putin muoverà all'attacco ancora. È una guerra, peccato, ma la nostra guerra».
Ma alla fine Putin che cosa vuole?
«Come tutti i dittatori, vuole prima di tutto conservare il proprio potere. Se siamo forti nella risposta, si rivelerà, per contro, la sua debolezza. È quello che occorre oggi».
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