Zelensky, missione a Roma Incontro con Meloni e il Papa

Domani in Italia il presidente ucraino. Il dossier armi con la premier e il piano di pace della Santa Sede

Zelensky, missione a Roma Incontro con Meloni e il Papa
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Missione a sorpresa del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a Roma. Ancora niente di certo ed ufficiale, ma dal Vaticano trapela la possibilità di un incontro domani con il Papa. Se Zelensky arrivasse sabato vedrà anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni probabilmente domenica, il giorno dopo. E si profila anche un faccia a faccia al Quirinale con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ieri ha ribadito: «Contrastare Mosca, ma cercare un approdo di pace». Dettagli ancora da definire per la prima visita in Italia dall'inizio dell'invasione russa. Zelensky prevede una puntata in Germania nel solco del tour diplomatico che ha già iniziato in vista dell'annunciata controffensiva.

In Italia il blitz sarà diviso in due secondo lo schema «bastone e carota». Da una parte la linea dura con la solita richiesta al governo italiano di sostenere la resistenza ucraina, anche con nuove forniture di armi. Dall'altra la possibile apertura ad un tentativo di pace che Papa Francesco auspica da tempo muovendosi attraverso canali segreti con Mosca. E non è un caso che il Santo Padre abbia ricevuto, un paio di settimane fa, il premier ucraino, Denys Shmyhal per consegnargli un messaggio diretto a Zelensky. La guerra continua più aspra che mai, soprattutto attorno alla Stalingrado ucraina di Bakhmut. La situazione, però, è di sanguinoso stallo, per ora: i russi non riescono ad avanzare nel Donbass e gli ucraini non lanciano ancora l'offensiva, ma potrebbe essere un voluto depistaggio per attaccare a sorpresa. Il Pentagono aveva già fatto capire che si andrà avanti nella guerra senza quartiere tutto l'anno, con un'impennata estiva, ma poi i due eserciti saranno come pugili suonati all'ultimo gong.

La premier Meloni non mancherà di ribadire l'appoggio anche militare a Kiev, ma allo stesso tempo inviterà a trovare una via d'uscita basata sul negoziato, anche se una tregua significherebbe congelare le posizioni dell'occupazione russa. Un'ipotesi difficilmente accettabile per Zelensky. Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell'Ucraina, ha dichiarato nelle ultime ore, che alcuni Paesi «stanno cercando di far sedere l'Ucraina al tavolo dei negoziati con la Russia, alle condizioni di Mosca». La visita lampo di Zelensky in Germania, prima di Roma, sarà un altro tassello per ribadire la difesa dell'Ucraina davanti all'aggressione russa, ma pure per spingere il presidente combattente ad accettare la partita del negoziato.

Il Vaticano ha in mente un piano sicuramente più articolato e Papa Francesco avrebbe la caratura morale necessaria per mediare, ma dovrebbe trovare una sponda seria nel Cremlino con l'aiuto della chiesa ortodossa, che al momento sembra votata alla «guerra santa» contro Kiev. La stessa visita di Zelensky in Vaticano potrebbe essere l'inizio di una mediazione. Sul tavolo anche l'accordo sul grano, successo della diplomazia grazie alla Turchia, che il 18 maggio rischia di non venire rinnovato per il mancato accordo sulla proroga.

In queste ultime settimane i venti non di guerra, ma di pace, soffiano seppure debolmente con la missione in Europa di Wang Yi, ministro degli Esteri cinese.

Ieri l'alto diplomatico ha incontrato il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente americano Biden, Jake Sullivan, a Vienna per parlare di Ucraina e sicurezza globale. Un tempo Roma era «caput mundi» e magari da questo fine settimana potrebbe diventare capitale della speranza di pace per il conflitto nel cuore dell'Europa.

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