Zemmour in campo per l'Eliseo. La Le Pen cerca aiuto da Orbán

L'11 novembre l'annuncio della candidatura contro Macron. Il nome più quotato per il partito è "Vox Populi"

Zemmour in campo per l'Eliseo. La Le Pen cerca aiuto da Orbán

«La maggior parte dei trafficanti di droga è nera e araba. È così, è un dato di fatto» (anno 2010, condanna per istigazione alla discriminazione razziale e multa di mille euro sospesa). «I datori di lavoro hanno il diritto di rifiutare arabi o neri» (anno 2010, condanna per aver giustificato una pratica discriminatoria illegale e 9mila euro da sborsare tra multa, spese legali e danni). «Tutti i musulmani, che lo dicano o meno, considerano i jihadisti dei buoni musulmani» (anno 2016, condanna per esortazione implicita alla discriminazione e multa da 3mila euro). Le campagne contro il sessismo sono «soldi buttati dalla finestra. Dentro casa la gente fa ciò che vuole» (anno 2017). «Se diventerò presidente, un francese non avrà diritto di chiamare il figlio Mohammed. Potrà essere usato solamente come secondo nome».

Eccolo il ciclone Eric Zemmour, pronto a travolgere le prossime elezioni presidenziali in Francia, appuntamento in cui il capo dello Stato, Emmanuel Macron, si gioca fra sei mesi la rielezione e la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, rischia ora il titolo di principale sfidante e probabilmente anche il suo destino politico.

Giornalista di formazione, dopo essere entrato a gamba tesa nel dibattito pubblico come editorialista e commentatore politico ultra-conservatore (Le Figaro e la tv CNews), dopo anni da polemista estremo, dopo le riflessioni choc espresse come saggista (è autore dei best seller Il suicidio francese e Sii sottomesso. La virilità perduta che ci consegna all'Islam), Eric Zemmour, 63 anni, intellettuale ebreo dalle derive antisemite, spariglia le carte della politica francese e fa il grande salto, quello che tutti da tempo sospettavano: partecipare alla corsa per l'Eliseo con l'obiettivo di diventare il megafono e il catalizzatore non solo dell'estrema destra francese, ma anche della destra che non si riconosce più nei moderati ma fragili Républicains eredi del gaullismo e di Sarkozy.

Tutto è pronto per il grande annuncio, che avverrà l'11 novembre, grazie al sostegno finanziario dell'associazione «Amici di Zemmour», fa sapere in anteprima l'emittente radiofonica Europe 1. Il nome del partito non è ancora stato scelto in via definitiva ma al momento il più quotato sembra essere «Vox Populi», segno che del populismo Zemmour vuole fare una bandiera. L'intento è di cacciare Macron ma l'effetto collaterale rischia di spodestare dal suo ruolo la candidata dell'ultradestra Marine Le Pen, tanto che Zemmour ha già provocato l'ennesima uscita raggelante di papà Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front National e padre dell'estrema destra francese. Da tempo in lite con la figlia, Jean-Marie ha dato la sua benedizione al polemista anti-migranti già a inizio ottobre: «Lo sosterrò», ha spiegato lapidario.

Il momento è arrivato. Ma con la sinistra francese a pezzi e i moderati del centrodestra anche loro da tempo nell'angolo, più che per Macron, il provocatore Zemmour rischia di essere la vera spina nel fianco per Marine Le Pen, come ormai da tempo rivelano i sondaggi, che lo danno in piena ascesa, davanti di uno-due punti percentuali al primo turno (lui al 16%, lei al 15%). Mentre la leader dell'estrema destra francese era in visita ieri a Budapest dal sovranista ungherese Viktor Orbán - lodato perché «lotta per la libertà dei popoli d'Europa» contro la Ue che attua un «quasi colpo di Stato giuridico» in materia migratoria - mentre la stessa Marine dà man forte alla Polonia nella sua battaglia sul primato del diritto nazionale su quello europeo, Zemmour tenta di strappare alla leader del Rassemblement National il ruolo di catalizzatore anti-Macron e punta ad arrivare al secondo turno delle presidenziali.

Il rischio, ora che entra ufficialmente nei panni di nuova star della destra francese, è che Zemmour faccia comunque la fine di Lady Marine, messa nell'angolo dal «cordone repubblicano» che ha sempre impedito al padre Jean-Marie e a lei stessa di approdare all'Eliseo. Ma un solo giorno può essere un tempo molto lungo in politica. E le presidenziali francesi saranno ad aprile. La sfida si è appena aperta.

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