Politici attenti a non deludere Milano

(...) si stia ad armi pari e l’aiuto, determinante, dei politici non vada sempre ad altri. Se Roma fa la prepotente, scippando a Milano manifestazioni, eventi e produzioni della Rai, è evidente che qualcuno glielo lascia fare, anzi la asseconda. A cominciare dal potere politico. E pensare che questo in carica è, con la sua maggioranza, il governo più «milanese» di tutti i tempi. È una vecchia storia: quando migrano dai navigli ai palazzi romani del potere, i nostri politici, di qualsiasi colore, vogliono dimostrare quanto siano «nazionali», mica dei provincialoni attenti alle sorti della loro città. Qualsiasi pretesa della capitale, perciò, è accolta con sussiego. Con un certo fastidio, invece, ogni aspettativa milanese. Lo si è visto, per fare un esempio vicino e clamoroso, nella contorta vicenda dell’Expo.
D’altra parte la legge che concede enormi privilegi finanziari e normativi a «Roma capitale», iniziò il suo lungo cammino col governo del milanese Craxi, per concluderlo con quello del milanese Berlusconi, appoggiato dalla Lega Nord - quella di «Roma ladrona», per intenderci - nell’ambito della riforma sul federalismo fiscale. Un federalismo che arriverà chissà quando, per far passare il quale, però, la Lega, oltre ai regali per «Roma capitale», ha lasciato passare subito un finanziamento di 500 milioni all’anno per ripianare un buco di bilancio di oltre 9 miliardi lasciato in Campidoglio da Veltroni ed elargizioni analoghe a Palermo e Catania. In quegli stessi giorni si discuteva, si rinviava e si lesinava sui fondi per l’Expo. D’altra parte il Carroccio ha un rapporto con Milano parziale e distratto. Molta attenzione ai problemi dell’immigrazione e della sicurezza, considerati sovrapponibili; molto poca per quelli strutturali, dalla nascita della città metropolitana, alla quale la Lega è ostile nella sua strenua difesa delle province, allo scarso interesse per il deficit di infrastrutture, alla freddezza, ostentata da Bossi, verso l'Expo. No alla moschea, no ai clandestini, no al voto e alla cittadinanza facile per gli immigrati e basta. Non più attenti alle esigenze di Milano sembrano, nei fatti, ministri e parlamentari del Pdl, sempre ansiosi di non apparire anti-romani. Il caso più clamoroso: il tentato strangolamento di Malpensa - gestita dalla Sea del leghista Bonomi - a beneficio di Fiumicino, per assecondare i programmi della romanissima Alitalia. Questo comportamento nasce anche da un tacito convincimento: tanto Milano ce la fa da sola (così era ai bei tempi, rimpiange Rotondo). Ma non è sempre vero, cari politici milanesi.

E attenti a certi segnali lanciati dall’opinione pubblica: alle elezioni provinciali, vinte dal candidato di centrodestra Podestà, quello di centrosinistra Penati ha vinto nel capoluogo. Perché questa è una città bonaria e generosa, ma conviene non deluderla.

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