Polizia, concorso vinto ma niente posto

Il ministro licenzia con un congedo illimitato 270 vincitori: "Niente copertura finanziaria"

Polizia, concorso vinto 
ma niente posto

Milano - La sicurezza al primo punto ma intanto 268 giovani vincitori di concorso per la polizia di Stato sono a casa, licenziati in tronco dal ministero con una motivazione desolante: non troviamo i soldi. Ora i «quasi poliziotti» sono ufficialmente disoccupati, spesso in condizioni pesanti, con famiglie a carico e nessuna informazione precisa sul loro futuro dagli stessi uffici a cui hanno dedicato anni di preparazione. Gli ultimi quattro li hanno passati nell’esercito, dopo aver superato le prove di idoneità previste dal bando di concorso datato 15 luglio 2002, per poi passare alle dipendenze dell’Interno come neo agenti della polizia.

Erano in tutto 350 (su 20mila domande) le assunzioni previste al termine del periodo di ferma volontaria, ma qualcosa è andato storto. Nei primi mesi del 2006, dopo il triennio di ferma, 82 di loro sono stati chiamati alla scuola di addestramento di Brescia. Gli altri - senza un vero perché - trattenuti nell’esercito per un altro anno, in attesa. La brutta notizia, per quei 268 giovani, è arrivata due mesi fa sotto forma di una lettera, poco prima di Natale, il 20 dicembre scorso. In poche sintetiche righe il ministero della Difesa informava i malcapitati che la copertura finanziaria, stanziata nella manovra del governo, c’era solo fino al 31 dicembre 2007, poi basta. Dietro c’è un pasticcio burocratico, questione di distribuzione dei fondi tra i diversi ministeri e il Tesoro. In breve, niente soldi per assumerli, quindi «congedo illimitato», cioè licenziamento in attesa di essere chiamati chissà quando.

Eppure una norma prevedeva che l’esercito li avrebbe dovuti trattenere in servizio finché non fossero transitati nella polizia. E ci sarebbe anche un articolo del bando, cioè del decreto di arruolamento del ministero della Difesa, che prevede un aiuto per i «congedati», attraverso un Ufficio per il collocamento al lavoro. Ma nessuno degli (ex) militari ne sa nulla, nessuno li ha informati neppure dell’esistenza di quell’ufficio (ammesso che esista).
La situazione si potrebbe sbloccare nei prossimi mesi, già dal 30 marzo in realtà, quando scadrà il termine entro il quale il ministero della Funzione pubblica deve autorizzare l’utilizzo dei fondi destinati ai militari. Ma chi può dire quando e se succederà. In un comma dell’ultima finanziaria si prevede la priorità per le assunzione dei vincitori di concorsi (anzi dei «partecipanti utilmente collocati nelle graduatorie») come quello fatto dai 350 giovani aspiranti agenti, e si dispone anche la spesa per la copertura finanziaria, 50 miliardi per il 2008. Ma il meccanismo si inceppa nel percorso tra i diversi ministeri. Perché per distribuire quei soldi ai vari ministeri serve l’ok del Tesoro e della Funzione pubblica, che ancora non c’è. Quindi i fondi è come se non ci fossero.

Le richieste del Coisp (il sindacato di polizia) ai vari ministri, al capo della polizia, al premier Prodi, giacciono senza risposta. Intanto la polizia è sotto organico e nemmeno il normale turnover degli agenti che vanno in pensione viene rimpiazzato con nuove leve. Ma c’è di più: «Le scuole della polizia di Stato sono tutte vuote - dice l’ispettore Elio Pacilio, coordinatore nazionale del Coisp -. Gli allievi sono a casa, licenziati, e quindi gli agenti in forza alle scuole (circa tremila, ndr) non hanno corsi da fare, non hanno niente da fare. C’è quindi un enorme spreco di soldi e di risorse».

Il ministro dell’Interno Giuliano Amato aveva promesso 4500 assunzioni di nuovi agenti, mai assunte ancora. «La polizia è sotto di organico - dice Pacilio -. Il personale che è andato in pensione non è stato sostituito.

Si sta creando una situazione difficile. Con il ministero che, ancora a febbraio, non sa che cosa fare. Il governo fa comunicati dove dice che ha stanziato duceneto miliardi per la sicurezza. Ma poi non succede niente».

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