«Possiamo fare tutte le grandi operazioni di polizia che vogliamo, ma siamo subito perdenti qualora deludiamo il cittadino con un intervento sbagliato sul territorio o non gli consegniamo in tempi accettabili un passaporto...». Lo ha dichiarato venerdì sera il prefetto Vittorio Pisani, neo direttore generale della pubblica sicurezza, ospite alla Villa Reale di Monza dove era stato invitato per ricevere l'onorificenza della corona ferrea di Teodolinda. Dal punto di vista del rapporto con il cittadino, però, la nostra città non teme certo confronti. Il cosiddetto «Modello Milano» è stato forgiato anche dal controllo sul territorio esercitato dalle forze dell'ordine. Che, qualora una vettura di servizio non funzionasse e non fosse disponibile, si organizzano di conseguenza, facendo fronte di volta in volta alle difficoltà e, in particolare, senza che il cittadino se ne accorga. Ce lo confermano in questura dove non negano recentemente di aver avuto problemi con le auto di servizio, «Volanti» e «volantine», alcune davvero vetuste e soprattutto in continua riparazione. «Un po' perché i fermati che salgono a bordo in molti casi si ribellano e le rompono (la prima a partire in questi casi, è la paratia in pvc che divide l'equipaggio dal fermato e che è tra le caratteristiche fondamentali che rendono la vettura un'auto specializzata a quello scopo, ndr), ma anche a causa di molti nuovi arrivati in polizia, che spesso non sono esperti guidatori. Nonostante questo ogni turno abbiamo in strada dalle 18 alle 21 auto, comprese quelle dei commissariati» ci hanno detto in via Fatebenefratelli nei giorni scorsi.
Ne fa invece una questione di numeri, a suo dire differenti da quelli ufficiali, Agostino Maria Marnati, 56 anni, milanese, da 33 in polizia di cui trenta passati a bordo delle Volanti dove tuttora svolge il suo ruolo di assistente della polizia di stato. «I militari voluti dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, non essendo agenti di pubblica sicurezza, a parte la loro funzione prettamente visiva che incide dal punto di vista della cosiddetta percezione di sicurezza, sono costretti a chiamare noi o i carabinieri per qualsiasi intervento. Cominciamo invece a mettere più Volanti o almeno a riparare tutte le auto di servizio che già ci sono e non possono essere utilizzate. Un esempio? Il commissariato Centro come auto di servizio, la cosiddetta Volantina, ha una Fiat Punto, poco prima aveva una Fiat Bravo il cui cambio è rimasto in mano a un collega alla guida solo qualche giorno fa... Entrambe queste macchine non solo sono vecchie, ma soprattutto non sono specializzate, non attrezzate cioè a svolgere servizio di controllo del territorio, e quindi di prevenzione e repressione dei reati. Non sono cioè idonee, ad esempio, a trasportare eventuali fermati perché prive di paratia divisoria e dell'aggancio di sicurezza per la nostra mitraglietta M12».
Va spiegato, per chi non lo sapesse, che la sicurezza in città è divisa in tre quadranti territoriali, di cui due assegnati alla polizia e uno ai carabinieri e che cambiano ogni turno di servizio. Secondo Marnati attualmente l'Upg (Ufficio prevenzione generale) garantisce tra le 11 e le 13 pattuglie, a cui vanno aggiunte quelle dei commissariati. Quindi a una ventina ci arriviamo, gli facciamo notare. «No, perché il personale dei commissariati viene spesso impiegato per manifestazioni di vario genere, in ordine pubblico o per i tifosi che vengono a Milano a vedere il calcio... E così le Volantine vengono chiuse e i colleghi mandati altrove. Senza contare la situazione della stazione Centrale per la cui sicurezza siamo stati privati di diversi equipaggi per il resto della città» ribadisce Marnati. E aggiunge: «Quando si parla di veicoli efficienti si intende anche macchine con problemi strutturali, come chiusure delle porte difettose, fari in avaria, per non parlare dei sistemi di emergenza (lampeggianti, sirene) e in particolare intendo queste Punto e queste Bravo che hanno risentito della riduzione dei capitolati di spesa. Salvo poi scontrarsi con le disposizioni ministeriali che elencano con dovizia le caratteristiche che i veicoli deputati al controllo del territorio devono avere».
Per sottolineare che la carenza di «vere» auto di servizio è cronica e dura da tempo, Marnati sostiene che qualche sera fa è successo qualcosa che non gli era mai accaduto in 33 anni di servizio alle Volanti. «Io e il collega dovevamo prendere servizio alle 19, ma abbiamo atteso invano l'auto di servizio nel cortile della caserma Garibaldi di piazza Sant'Ambrogio.
Premetto che sul piazzale c'erano due vetture Giulietta però non attrezzate. Dalle 21.45, quindi, per ordini superiori, abbiamo fatto servizio appiedato tra piazza Duomo, corso Vittorio Emanuele, piazza Cordusio, piazzale Cadorna, servendoci dei tram di linea».
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