Porte aperte e buoni sconto I trucchi anticrisi dei negozi

Quando il gioco si fa duro - come succede proprio ora che la crisi comincia a mordere per davvero - più che i duri sono i creativi quelli che cominciano a giocare. Perché di fronte ai negozi quasi vuoti, agli scaffali che rimangono pieni e ai registratori di cassa che si ostinano a non trillare, non resta altra arma se non la fantasia di chi si trova dall’altra parte del bancone. È spesso l’ultima spiaggia del marketing, quello istintivo, quello di pelle, che o ce l’hai già dentro o che non te lo insegnano di certo alla Bocconi. A volte sfiora la strategia del «o la va o la spacca». Infine, può essere l’estrema risorsa prima della parola «disperazione».
Per fortuna, è anche un istinto squisitamente italico, democraticamente diffuso dal Nord al Sud, che la triste temperie economico-finanziaria attuale non fa che stimolare. A maggior ragione in questi giorni, con il Natale che si avvicina. Per esempio c’è chi, un po’ più raffinato ed evoluto degli altri, se la gioca con la psicologia. Lo stanno facendo sempre più negozi milanesi, seguendo il tam tam spontaneo partito da alcuni esercenti della centralissima via Dante, che per eliminare financo l’ultima barriera che li separa dai clienti, hanno deciso di lasciare le porte aperte, nella speranza che insieme agli spifferi gelati di questi giorni, entrino anche i soldi. E a sentire le commesse - tremanti, intabarrate e a rischio «australiana» - pare che lo stratagemma, se non proprio risolutivo, qualche risultato lo stia dando.
La creatività corre ovviamente anche sul web. Così, chi compra un tappeto sul sito www.tappeti.it, in questo periodo natalizio si vede regalare la spedizione in qualsiasi angolo d’Italia, isole comprese. E lo stesso servizio, gratuito, lo assicura anche Zorza, che su ebay.it vende i suoi gioielli artigianali in argento e vetro di Murano. Ogni due pezzi acquistati, il trasporto non si paga.
Il fatto è che in questi tempi di buste paga esangui, complici mutui e bollette da rapina, ogni singolo euro è ritornato ad avere il peso che per troppo tempo gli avevamo incoscientemente fatto perdere. Così si moltiplicano i negozi a basso prezzo: un tempo disordinati buchi confinati nelle periferie, adesso quasi boutique nei centri strategici delle città. Soltanto nel Nordest - sì, proprio nel ricco Nordest - operano tre gruppi con complessivi 72 punti vendita dove tutto (o quasi) viene via - appunto - a un euro. Perdipiù, è ormai quasi una tendenza, uno snobismo da esibire, ben più che da nascondere.
Ma se questa è tendenza - nel senso che durerà - è l’emergenza Natale quella che in questi giorni sta stimolando la creatività. Così, se un grande gruppo come Coin ha deciso di tenere le porte aperte ogni venerdì sera fino al 25 dicembre, offrendo un calice e una fetta di panettone, negli scaffali delle librerie spuntano titoli come Regali da 5 euro, di Autori Vari, Fabbri editore (il volume costa 12,90 euro), che insegna a confezionare strenne fai-da-te.
A dare il proprio contributo per sostenere la domanda (in un periodo che ha invece ben poche risposte), ci pensano anche le amministrazioni comunali, almeno le più accorte. Ad Ancona il Comune ha allestito un parcheggio gratuito da 300 posti per chi andrà a fare shopping, mentre quello di Follina (Treviso) ha lanciato una card che assicura sconti nei negozi e nei ristoranti per tutto il periodo festivo.
E si muovono anche i giganti. Quello svedese del mobile, l’Ikea, regala un buono da 9,90 euro, spendibile entro il 2 febbraio 2009, a chi acquista nei suoi punti vendita l’abete natalizio e lo riporta tra il 5 e il 12 gennaio.

Mentre il colosso americano Coca-Cola, indiscutibile icona del Natale, ha varato in Italia un massiccio programma di sostegno ai consumi: 4 milioni di buoni sconto che saranno distribuiti alle famiglie italiane. In tutto, fa un regalo da 11 milioni di euro. E non si dica che sono solo bollicine.

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