«Poteva essere un massacro inimmaginabile»

Lorenzo Amuso

da Londra

Le avvisaglie di ciò che sarebbe successo di lì a poche ore erano risuonate nel discorso pronunciato da John Reid mercoledì mattina di fronte ad un thinktank. Senza giri di parole, il ministro degli Interni britannico aveva ammonito la Gran Bretagna a prepararsi a fronteggiare il «più lungo periodo di minaccia dalla fine della seconda guerra mondiale». Un avvertimento accompagnato da un appello a tutto il Paese per «uno sforzo comune» contro il terrorismo internazionale. «Le nostre forze di sicurezza e gli apparati dello Stato - aveva dichiarato - forniscono prestazioni necessarie per impedire che il terrorismo ottenga successi, ma non potranno mai da soli rispondere interamente alle necessità». Parole ripetute anche ieri quando Reid, pur non nascondendo la soddisfazione per il il vasto attacco terroristico sventato, non ha mancato di sottolineare come la «minaccia non sia ancora eliminata completamente».
Prudenza, questa la parola d'ordine del ministro degli Interni all’indomani del blitz. Reid è convinto che quasi tutti gli ideatori dell'attentato siano stati arrestati. Sono 24 le persone finite in manette, 5 quelle ricercate, ritenute pericolosi fiancheggiatori, in grado di portare a termine azioni terroristiche isolate. Gli arrestati e i ricercati hanno il passaporto britannico, ma sono di origine asiatica e musulmani.
Dopo avere confermato che il livello di allerta è stato portato da «severo» a «critico», il più alto nella scala della sicurezza nazionale, il ministro ha spiegato la dinamica dell'operazione, senza però addentrarsi nei particolari, che riferirà più avanti in Parlamento.
«Si è trattato di un'operazione di controterrorismo senza precedenti condotta dalla polizia in collaborazione con i servizi di intelligence. Abbiamo monitorato per un certo periodo un gran numero di persone. Ogni loro incontro, movimento, spostamento, acquisto. Questo sforzo ha richiesto la collaborazione non solo di agenti di più reparti, ma anche un'intensa cooperazione internazionale, perché come spesso accade in questi casi si è trattato di un piano dalle dimensioni planetarie».
Un livello di vigilanza impressionante, controlli capillari e costanti. Il momento cruciale è scattato mercoledì dopo le 22, quando Reid - in costante contatto con il premier Tony Blair - ha dato l'ok all'inizio delle operazioni. Restano ancora numerose caselle da riempire nella ricostruzione di quello che - secondo gli inquirenti - avrebbe potuto essere una strage di «immane portata». È stato lo stesso Reid ad ammettere che allo stato attuale delle indagini non è possibile conoscere l'esatto numero degli aerei coinvolti, così come la loro destinazione o l'orario di volo. Da qui l'appello alla prudenza e le critiche, espresse sempre mercoledì, a tutti coloro «che non hanno ancora capito». Il riferimento è anche a quei compagni di partito che ostacolano le nuove misure anti-terroristiche, sottovalutando la minaccia.
«In certi momenti dobbiamo modificare le nostre abitudini di vita, almeno per un breve periodo, al fine di prevenire chi intende violare i nostri valori fondamentali, e distruggere tutte le libertà del mondo moderno», aveva avvertito Reid, snocciolando i dati della sicurezza. Dal 2000 ad oggi sono stati oltre 1.000 i sospettati di terrorismo fermati e interrogati. Tra questi, 154 hanno ricevuto un'accusa formalizzata, e almeno 60 sono ora sotto processo. Nello stesso periodo la polizia e i servizi di sicurezza britannici hanno sventato 13 presunti complotti terroristici sul territorio del Regno Unito. Il ministro ha infine annunciato entro il prossimo autunno una nuova stretta anti-terrorismo, che riguarderà anche una riforma della legge sull'immigrazione.


«Il nostro sistema non è adeguato in termini di dimensioni - aveva dichiarato Reid qualche mese fa a proposito dell'emergenza immigrazione -, né di tecnologia informatica, di controllo, di gestione. È giusto intervenire».

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