Praga, un secolo di storia dal design all’architettura

Luciana Baldrighi

Ad illustrare lo stile di vita ceco degli ultimi cento anni ci ha pensato la Triennale di Milano con una mostra dal titolo «100 icone del design ceco dal Cubismo a oggi» a cura del Museum of Decorative Arts in Prague e Ccc, con un allestimento originale di Hippons Design Architektura e la grafica di Nabjrt Studio con il contributo del ministero della Cultura ceca, il ministero degli Affari esteri Repubblica Ceca, l’ambasciata della Repubblica Ceca di Roma e il Consolato di Roma. I patrocini sono arrivati da Comune, Provincia e Regione. Attraverso cento oggetti, considerati icone di un’epoca, rappresentativi dei più importanti traguardi raggiunti nel campo del design e del lifestyle, dal periodo cubista fino ai nostri giorni, passando per l’arredamento fino agli oggetti di uso quotidiano realizzati da grandi personaggi del mondo dell’architettura e del disegno industriale, quali vasi, piatti, posate, ceramiche, radio, televisioni, giochi, automobili, apparecchi domestici, graphic design e film di animazione, possiamo capire lo stile di vita ceco dall’inizio del XX secolo ad oggi.
Le opere spaziano dall’automobile Tatra fino alla Skoda Yeti, dalle grafiche avant-garde alle riviste cult come Block e Zivel, dai giocattoli modernisti fino ai film di animazione di Little Mole, dal metrò di Praga ai gioielli e alle confezioni di cioccolatini. Importanti figure del mondo dell’arte hanno coinvolto in un processo di selezione galleristi, designer, collezionisti, curatori e giornalisti come Jan Nemecek e Michal Fronek dell’Olgoj Chorchoj studio, Jiri Pelcl, rettore dell’Accademia d’Arte, Architettura e Design e Janek Jaros, direttore della Galleria Modernista di Praga.
I diversi periodi storici del design di questa nazione portano con loro riflessioni, storiche e politiche oltre che di storia dell’architettura e del design, della moda, del cinema e segnano di decennio in decennio pagine e avvenimenti sociali tra i più importanti d’Europa. Non manca in mostra persino un ricettario di pietanze classiche ceche rivisitate per l’occasione da Jiri Stift, uno dei più rinomati chef di Praga. Partono dal 1910 e arrivano fino al 1925 le forme cristalline create dagli artisti del Caffè di Praga. L’ingegnere Jan Kaspar, con un aeroplano da lui stesso costruito, compie il primo volo sul territorio boemo mentre i pittori scoprono le opere di Picasso. Il Club for Old Prague guidato dagli architetti Janak, Gocar, Chochola e Hofman, ha vigilato sulle nuove costruzioni nel centro storico dando spazio al cubismo ceco. Non va dimenticato che nel 1911 Adolf Loos tiene a Praga una conferenza sul tema «Ornamento e delitto». I seguaci del cubismo formano l’Unione degli Artisti e danno vita alle Officine di Praga e con la Cooperativa Artel producono oggetti di design cubista. Negli stessi anni la fabbrica di automobili Praga conquista il mercato austro-ungarico e nella capitale Albert Einstein tiene lezioni di fisica.
La vivacità culturale è fortissima, si costruisce la Casa della Madonna Nera e Viktor Kaplan brevetta la sua turbina. Aprono le sale cinematografiche e Chocol porta a termine la costruzione di un palazzo con appartamenti. Nasce qualcosa di avveniristico. Ma scoppia la Prima Guerra mondiale e Franz Kafka inizia a scrivere «Il Processo». Nel 1915 nasce la Lucernafilm. Si forma il Gruppo dei Tenaci e Mucha disegna il primo francobollo cecoslovacco. Nel 1919 la bandiera nazionale assume il suo aspetto naturale e Capet diffonde la parola «robot», un qualcosa di impensabile a quei tempi. Nel 1921 Gocar costruisce il Palazzo della Banca delle Legioni nel cosidetto stile «rondocubista» dalle linee arrotondate molto vicine all’Art Decò. Hasek scrive «Il Buon Soldato Svejk». E in quegli anni nasce l’imponente Palazzo della Fiera da cui Le Corbusier rimane affascinato. Il resto è frutto del realismo socialista.

Poi la Cecoslovacchia si divide e nel 1993 nasce la Repubblica Ceca indipendente. Nel 1996 Frank Gehry e Vlado Milunic portano a termine il Dancing Building, segno di grande modernità. La mostra, a pagamento, chiusura il lunedì, terminerà il 15 marzo.

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