Ankara - Il 5 febbraio del 2006 veniva ucciso a Trebisonda in Turchia don Andrea Santoro, un prete italiano di 60 anni assassinato con un colpo di pistola mentre pregava nella chiesa di Santa Maria.
Il precedente assassinio Sacerdote fidei donum appartenente alla diocesi di Roma, era curatore del progetto interculturale "Finestra per il Medio Oriente" che si propone tra l’altro di favorire "un dialogo rispettoso tra il patrimonio cristiano e il patrimonio musulmano". Negli anni Novanta era stato cappellano della Parrocchia Gesù di Nazareth di Pietralata, alla periferia sud di Roma. "La diversità - scrisse nel 2002 - se vissuta nel rispetto è vita, altrimenti genera estraneità, isolamento, insofferenza o odio". Il religioso era stato ucciso con colpi di pistola al petto, dopo la messa, sulla porta della sua chiesa di Santa Maria a Trebisonda, importante porto sul Mar Nero, nell’Anatolia nord-orientale.
Il dolore della sorella "E' una notizia terribile, terribile. Non mi capacito". Non riesce a trattenere le lacrime Maddalena Santoro, sorella di don Andrea. "Lo conoscevo da molto tempo - dice Maddalena ad Apcom - aveva celebrato i funerali di mio fratello e poi siamo rimasti in contatto. Ci siamo sentiti anche recentemente, perchè è stato in Italia da poco. È stato ucciso con la stessa dinamica di mio fratello Andrea". Per Maddalena Santoro, dietro all’assassinio ci sono motivi religiosi. "Padovese era veramente un cristiano autentico - afferma - e questo lo manifestava e lo mostrava con la sua bontà.
Non c’era ambiguità nel suo comportamento, non faceva distinzione e aveva piena fiducia in tutti, anche nel suo autista. Mi auguro che in Turchia si aprano gli occhi per cercare di capire e comprendere cosa c’è dietro questa situazione. Perchè anche i musulmani devono saper accogliere i cristiani, senza temere che vogliano convertire".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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