Raffaela Scaglietta
da Roma
Un viaggio estremo iniziato nel deserto libico dAfrica. Unavventura alla Indiana Jones andata male. Due turisti italiani sono ancora nelle mani di una banda di criminali nigerini presumibilmente in prossimità del lago Ciad, poco lontano dalla frontiera tra il Niger e il Ciad, pur se in possesso del loro veicolo di trasporto e con lindicazione che potrebbero presto riaggregarsi alla comitiva, hanno confermato, ieri sera, fonti dalla Farnesina.
I due italiani «catturati» viaggiavano insieme ad altri 19 intrepidi avventurieri e mentre attraversavano la frontiera tra il Ciad e il Niger sono stati braccati da una banda di criminali, derubati e poi, per fortuna, sono stati rilasciati. I 19 hanno potuto continuare la loro rotta nord verso lentroterra del Niger. Il Niger, secondo produttore al mondo di uranio, ma tra i 5 Paesi più poveri del mondo, è una zona ad altissimo rischio per gli «outsiders» del Continente africano e da sempre è stata sconsigliata come meta turistica dal ministero degli Affari Esteri, perché sin dal 1960, anno in cui fu indipendente dalla Francia, è in preda a guerriglie, colpi di stato e crisi alimentari e sanitarie gravissime. Tanto che lo stesso ministero indica sulla pagina dedicata al Niger «a causa del ripetersi di aggressioni a danno dei turisti da parte di bande armate» si sconsiglia di recarsi in certe aree e di praticare «turismo davventura».
«Il gruppo di turisti era riuscito ad arrivare dalla Libia - ha spiegato al Giornale Ermanna Favaretto, la vice console dal Ciad - avevano tutti i documenti in regola e alcuni di loro portavano anche medicinali per le persone bisognose che vivono in questarea». «Sono stata con loro tutto il giorno - ha detto la vice console e li ho accompagnati lungo il loro itinerario da venerdì scorso. Il nostro viaggio è andato bene. Poi sono andati verso il Niger, ma da lì non potevo certo seguirli» ha raccontato la diplomatica in missione, impegnata a cercare informazioni dagli operatori in Niger, messi subito in stato dallerta dallunità di crisi della Farnesina. In un blog realizzato da uno dei viaggiatori, e aggiornato fino al 14 agosto, si legge che il gruppo si era imbattuto in una banda di uomini armati di fucili e bazooka che alla fine li avrebbe lasciati passare. Ma il diario si interrompe lì.
Lambasciatore italiano in Costa dAvorio è stato subito dislocato in Niger per seguire le vicende dellimboscata e del rapimento dei due connazionali. LItalia non ha infatti una sede diplomatica in Niger. Lunica ad averla tra i Paesi dellUnione Europea è la Francia. Intanto la Farnesina informa di mantenere attivi tutti i canali utili compresi i contatti con le autorità in Libia e nigerine che «hanno rinnovato la loro disponibilità a fornire massima collaborazione». Ma pur sempre senza escludere che «la comitiva possa essere stata sequestrata a scopo estorsivo».
Nel frattempo «gli italiani rilasciati - si legge in una nota ufficiale - hanno confermato di essere stati derubati e di essere stati trattenuti sin dalle prime ore di martedì mattina». Ma ora sembra «siano in buone condizioni di salute» precisa la nota del ministero degli Esteri. Le comunicazioni tuttavia sono difficili e le linee telefoniche non sempre raggiungibili.
Il gruppo di turisti italiani assaltato in Niger potrebbe essersi formato attraverso contatti su internet o attraverso operatori freelance non associati ad organizzazioni professionali di categoria italiane. I 21 viaggiatori stavano percorrendo un itinerario organizzato dal tour operator libico Arkno Tours. La notizia dellagguato tuttavia è giunta tramite un turista tedesco che viaggiava nella comitiva insieme ad una ragazza brasiliana e che è riuscito a fuggire. LArko Tours è unagenzia che organizza viaggi e missioni di lavoro dal 1997 in Libia. In particolare porta in giro le troupe televisive di Discovery Channel e del Lonely Planet, nota guida turistica per i viaggiatori «off-road».
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