PRESEPI All’asta grotta del ’600

Luciana Baldrighi

Dopo l’importante battuta d’aste di Vinicio Paladini, una raccolta che va dal 1902 al 1971 e che comprendeva dipinti, collage, tempere e disegni di un grande protagonista dell’arte italiana tra le due guerre, è la volta di una collezione di figure da Presepe, di pastori da Presepe in particolare, maioliche rinascimentali, ceramiche di Faenza del Novecento e dipinti del XIX secolo. Questo è il programma ricco e sapiente della Porro & C. che con Finarte domina il mercato milanese sempre aprendo a quello internazionale. La curiosità di questa esposizione che nasce nella sua bella sede di Palazzo Borromeo in Piazza Sant’Ambrogio al 10, è la comparsa sulla piazza delle «battute d’asta» delle figure da Presepe come «Contadino», Napoli, XIX secolo stimata 1.800 euro; «Arrotino», Napoli XIX secolo valutata 1.200 Euro; «Figura di San Giuseppe» Giovane Rustico, Napoli, inizio XIX, valutata 2.500 euro; «Contadino con gerla» Napoli sempre inizio del XIX secolo quotata 4.000 euro. E poi ancora «Giovane donna», Napoli XVIII secolo, «Giovane borghese» attribuito a Matteo Bottigliero, Napoli seconda metà del XVIII secolo stimata 9.500 euro o «Cuoco» sempre Napoli stesso periodo con stima di 9.000 euro. Non mancano capre, pecore, mucche, cestini, tamburelli e altri strumenti musicali, porcellane ricche di frutta, panieri, telai per tessere la lana e diversi «Pastori dormienti» fino a diecimila euro. Tutti in terracotta, abbigliati con gilet e pantaloni dai diversi colori con tracce di lana, copricapo e una tracolla o una borraccia e calzari in pelle.
Non manca un gruppo di giocatori di carte con pipa, suonatori di mandola seduti davanti a un tavolo; vi sono paggi neri e suonatori neri in vesti eleganti e con turbanti orientali, samaritane e figure con volti in terracotta, abiti in seta avorio con fiori gialli e passamaneria in oro alti 40 centimetri e valutati dai 2.500 ai 5.000 euro.
Splendido un Gesù Bambino di 136 centimetri in ceramica con scenario in sughero, legno, paglia, decorati in policromia in una grotta circondata da rovine con archi e colonna scanalati: valore 3.000 Euro. Il «Gruppo di figure da presepe» napoletano del XVII secolo, attribuito a Piero Ceraso, comprende il Bambino, la Madonna e San Giuseppe in una grotta per un valore di 12.000 euro.
Piatti di maioliche rinascimentali variano dai 20.000 euro ai 75.000 euro: tra queste una placca istoriata con bordi smaltati in policromia di Urbino del 1530 dove si vede calare lo Spirito Santo su Maria. In un vaso a corpo ovoidale del XVI secolo del valore di 22.000 euro proveniente da Faenza c’è San Francesco inginocchiato verso la luce divina. Tra le ceramiche più recenti quelle di Pietro Melandri, Angelo Biancini, una sorta di sculture-bassorilievi, mentre Domenico Rambelli è presente con un bellissimo vaso in maiolica policroma dal colore oro in clima con il Natale. Anche Arturo Martini tocca questo tema con diverse maternità e la «Fuga in Egitto». Candelieri e calici in argento e oro decorato del 1700 sposano ancora una volta il tema sacro.

La mostra si chiude con pittori ottocenteschi e novecenteschi: Boldini, Fabretto, Faruffini, Poma. Splendida anche una collezione privata milanese dove spicca un De Nittis e un Mancini di delicata bellezza.
Esposizione in via Olona 2 da giovedì al 18. L’asta sarà battuta il 19 alle 11.30 e alle 16.

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