Il tormentone è frequente: la pensione, quando arriverà (se e come arriverà), sarà largamente insufficiente a mantenere il tenore di vita adottato durante la vita lavorativa. Si parla di tasso di sostituzione, che vuol dire quanto - percentualmente - può valere la pensione in proporzione al vecchio stipendio. Da percentuali dell’80-85% di qualche anno fa, si è rapidamente arrivati al 50%, o giù di lì. Colpa del contributivo puro che ha sostituito progressivamente il più generoso calcolo retributivo? Anche. Colpa di un percorso di carriera discontinuo e a bassa retribuzione? Certo. Di fatto da trent’anni si può fare la "pensione di scorta" (tramite i fondi pensione) ma pochi ancora colgono l’opportunità.
Convenienza fiscale
Eppure, è conveniente. Molti sono i vantaggi offerti dalla sottoscrizione di un piano di pensione integrativa e riguardano soprattutto agevolazioni fiscali su tasse e imposte. Qui di seguito ti elenco quelli principali, ecco quali sono:
- I versamenti sono deducibili dal reddito entro il limite di 5.164,57 euro annui. Il risparmio fiscale che ottieni sui versamenti effettuati è di almeno il 23%, che rappresenta la più bassa aliquota IRPEF (vale anche se versi contributi previdenziali privati per tuoi familiari a carico);
- L’importo massimo deducibile sale a partire dal sesto anno di adesione al piano di previdenza privata, da 5.164,57 euro a 7.746,86 euro se prima occupazione è successiva al 1° gennaio 2007.
- I rendimenti sono sottoposti a una tassazione dell’11%, una percentuale inferiore rispetto a quella del 12,50% prevista per altre forme di investimento.
E allora perché ci sono solo 11 milioni di adesioni, a fronte di oltre 24 milioni di lavoratori (tra dipendenti e autonomi)? Se poi si calcola che il numero di adesioni ai fondi può essere più di una per lavoratori, si arriva a quel 30% di copertura che la dice lunga sulla difficoltà di fare breccia nelle abitudini previdenziali degli italiani.
Problema di costi? Sì e no. I costi di adesione ai fondi pensione è differenziato, e dipende dal tipo di fondo (la cosiddetta forma pensionistica): quelli negoziali (cioè i fondi chiusi, riservati ai lavoratori di un singolo comparto produttivo, collegato a un contratto nazionale di lavoro) sono quelli più convenienti. I Pip (piani di investimento previdenziale) sono i più cari. Ma si tratta di cifre comunque non tali dal dissuadere l'adesione.
Secondo i dati più recenti, i costi medi annui dei fondi pensione sono:
- per i fondi pensione chiusi: 0,36% per 10 anni e 0,23% per 35 anni;
- per i fondi pensione aperti: 1,16% per 10 anni e 1,05% per 35 anni;
- per i PIP: 1,93% per 10 anni e 1,60% per 35 anni.
Dall’analisi dei costi dei fondi pensione complementare, emerge chiaramente che, indipendentemente dalla tipologia, i costi si riducono solo se si opta per un periodo di adesione più esteso.
I comparti
Una variabilità ulteriore dipende dal comparto di rischio assunto per l’investimento delle quote di sottoscrizione del fondo. In genere il costo di gestione di un "azionario" è ovviamente più alto rispetto a un "garantito". Secondo queste quattro tipologie:
- garantito (comparto che prevede una garanzia di restituzione di capitale o rendimento minimo);
- obbligazionario (comparto che investe prevalentemente in strumenti obbligazionari; l’investimento in azioni assume carattere residuale e comunque non maggioritario);
- azionario (almeno il 50 per cento del patrimonio è investito in azioni);
- bilanciato (in tutti gli altri casi - sono comprese anche le cosiddette gestioni di tipo flessibile).
Sui costi vigila la Covip, che redige periodicamente i cosiddetti ISC (Indici sintetici dei costi) per offrire la massima trasparenza agli investimenti rivolti alla previdenza complementare.
Alcuni fondi pensione
complementare hanno dei costi più alti perché offrono ai lavoratori una sicurezza in più. Questa sicurezza può essere di due tipi:- la garanzia di restituzione del capitale, cioè la promessa che il fondo pensione restituirà al lavoratore almeno quanto ha versato nel tempo, anche se il fondo ha avuto delle perdite;
- la garanzia di rendimento pari o superiore al TFR, cioè la promessa che il fondo pensione darà al lavoratore almeno quanto avrebbe ricevuto se avesse lasciato il suo TFR nel sistema pubblico, anche se il fondo ha avuto dei rendimenti bassi.
Questa è una clausola che alcune forme di previdenza complementare offrono ai partecipanti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.