La doppietta Sting - Prince (il primo in scena domani agli Arcimboldi, il secondo mercoledì al Forum) rilancia il grande rock e dintorni a Milano. Soprattutto i dintorni visto che Sting si presenta con la Royal Philarmonic Orchestra guidata da Steven Mercurio, dando un bello scossone sinfonico ai suoi classici e (naturalmente) a quelli dei Police. È la celebrazione, dal vivo,dell’album Symphonicities , in cui rock e classica si avvinghiano, s’intrecciano in un suono che vola alto sopra generi e stili. Pochi artisti sono eclettici quanto Sting, capace di dare sempre nuovi colori a brani come Roxanne, scritta in modo grezzo ispirandosi alle prostitute che gravitavano attorno ai primi club dove suonava coi Police, e ora nobile e maestosa nell’arrangiamento pop sinfonico. Raffinato e al tempo stesso vivace, capace di avventurarsi sulle vie del classico («anche se la mia voce non è bella, ma punta sulla suggestione») e di far suonare un’orchestra classica con la carica di una rock band (Steven Mercurio da giovane era un chitarrista rock, lui sa dirigere Mozart e i Beatles indifferentemente, un tempo era impensabile»). Uno show affascinante che inanella brani arcifamosi come I Burn For You , End of the Game e pagine meno note come She’d Good For Me che nel disco ha uno splendido ed inedito arrangiamento boogie woogie. «Mi piace sfidare il pubblico», dice lui, e il bello è che fa sempre centro. Sia che si rituffi nel pop o che incida la musica settecentesca per liuto di John Dowland (il bellissimo Songs From the Labyrinth eseguito anche nella chiesa di Santa Maria delle Grazie) o che proponga un album intellettuale musicando Robert Louis Stevenson come ha fatto in If On a Winter’s Night , va sempre in cima alle classfiche e guadagna dischi d’oro a bizzeffe. Il suo prossimo obiettivo dichiarato è cantare alla Scala: «Naturalmente non per interpretare Verdi e Puccini ma qualcosa di moderno. Prima o poi ci voglio arrivare». Ha meno ambizioni intellettuali ma garantisce spettacolarità, elettricità funk, soul e rhythm’n’blues Prince, che arriva al Forum dopo aver disertato l’Italia per otto anni (nel 2006 s’è esibito per un migliaio di vip al Teatro Alcione in uno show-evento alla corte di Versace) quando al Palasharp stupì e stravolse in fan rileggendo alla sua maniera persino Whole Lotta Love dei Led Zeppelin. Su disco non è più lo schiacciasassi di una volta, ma in concerto è sempre una forza della natura, o lameno lo è stato quest’estate in Francia e pochi giorni fa nel NordEuropa. La tournée s’intitola 20 ten , come il suo ultimo album, ma i fan aspettano i suoi pezzi forti, a cominciare dall’intensa Purple Rain e passando per The Love We Make , Sign O’ the Times , Controversy , 1999, baloccandosi anche nel rivisitare brani commerciali come Le freak degli Chic ma anche canzoni da battaglia come I Want to Take You Higher dei ribelli Sly & The Family Stone.
Una scenografia imponente (come è suo costume), la sua carica interpretativa e sensuale (seppur abbia superato il mezzo secolo), un manipolo di musicisti come John Blackwell, Mr Hayes, Ida Nielsen garantiscono una notte di ricordi, emozioni e fantasia danon perdere. E poi chissà quando lo rivedremo a Milano? Un incetivo in più? Lo show sarà aperto da Sheila E, che in comune con Prince ha non pochi ricordi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.