Prodi boccia Roma, anche Veltroni lo scarica

Calderoli (Lega): «È l’unico Romano che non ama la città»». Storace: «Disprezzo inaccettabile»

Luca Telese

da Roma

Perché/ lo fàaiiii, cantava Marco Masini, in un noto successo, da ieri mezza Italia (e l’altra pure) si chiede perchè Romano Prodi lo abbia fatto, se c’è un calcolo, se sono parole dal sen fuggite, se sia un lapsus o il frutto di un’ossessione quello che ha messo il leader dell’Unione in conflitto con la Città Eterna. Sta di fatto che ieri, durante il suo filo diretto con Linus, per la seconda volta in un mese (dovrebbe scattare la recidiva) Romano Prodi lo ha detto senza mezzi termini: «Roma è bella, mi piace checchè ne dicano... ma non ci abiterei. Ad abitarci davvero no». Va bene, pensi: se si è fermato qui, poco male. E invece no. Subito dopo l’ex presidente dell’Unione Europea si dilunga in una spiegazione che riecheggia gli antichi classici tormentoni etnici della Lega antica maniera: «Abitarci? E per che fare? Per consumarsi a parlare di politica? A Roma sono tutti ossessionati dalla politica». Ultimo affondo: «A Bologna ci sto bene - ha aggiunto il candidato premier - a Roma invece non ci vivrei, anche se i romani sono simpatici». Apriti cielo! La prima volta che Prodi aveva espresso questo concetto la federazione capitolina di An aveva tappezzato Roma di manifesti in romanesco, dominati dallo slogan: «E chi te ce vole!». Ieri persino il sindaco della Capitale, Walter Veltroni, campione di prudenza ed equilibrio nella polemica politica è andato giù durissimo: «Mi dispiace, Prodi ha sbagliato».
Ed è questo il primo motivo di interesse del caso. Dopo che pochi giorni fa Piero Fassino aveva detto «Prodi non è Dio in terra», anche se per motivi diversissimi, un altro dirigente diessino di primissimo piano polemizza con lui. Con la differenza che Fassino era in quel caso «aggressore», mentre Veltroni stavolta è «costretto» a scendere in campo, per difendere la città che amministra. Chi conosce il legame di amicizia che in questi anni ha unito i due leader del primo governo dell’Unione non può che restare stupito per la nettezza inappellabile della critica veltroniana: «Sono parole ancora più incomprensibili - spiega il sindaco - nel giorno in cui i dati ufficiali dicono che Roma cresce il triplo di quanto cresce il Paese, proprio quando emergono risultati dell’occupazione e del turismo che sono tra i tanti segni evidenti di una profonda trasformazione della città e del successo di un modello ispirato alla crescita e all’inclusione sociale».
Dopo la condanna di Veltroni sul leader dell’Unione si scatena una tempesta polemica. Il ministro della Salute Francesco Storace, per esempio punta l’indice contro la reiterazione: «Una volta è poco, due sono troppo. Il disprezzo di Prodi verso Roma sta diventando inaccettabile». E poi, concludendo con un avvertimento: «Prodi impari a rispettare di più la Capitale, visto che ormai non glielo ricorderà nessuno nel suo schieramento, perchè a sinistra è difficile trovare qualcuno capace di autonomia». Sarcastico il ministro della Funzione pubblica, Mario Baccini: «Probabilmente Prodi ce l’avrà con Veltroni e con il leader della Margherita, Francesco Rutelli». Il ministro delle Riforme Roberto Calderoli (Lega Nord): «Prodi Romano ovvero l’unico romano che non ama Roma. Dopo Cofferati, che già ha ricevuto la tessera della Lega, anche lui si sta guadagnando la sua». Ironico il federale di An, Vincenzo Piso: «Dimostra di non conoscere la città di Roma ed i suoi cittadini. Evidentemente la sua aspirazione è quella di concorrere al Giro d’Italia». Non meno duro il candidato di Forza Italia, Alfredo Antoniozzi: «Come al solito Prodi offende i romani». Anche Gianni Alemanno, ministro dell’Agricoltura e candidato sindaco di An insiste sulle resipiscenze leghiste: «Prodi insiste nel fare battute contro Roma: sta diventando peggio del Bossi di qualche tempo fa». E aggiunge: «La prima battuta contro Roma poteva sembrare una scivolata ma quella di oggi conferma che il pregiudizio nordista antiromano è radicato nella testa di Prodi e rappresenta una vera e propria offesa per la nostra città».

In serata arriva in tentativo di correzione di rotta del portavoce prodiano: «Siamo stanchi di vedere travisata qualsiasi dichiarazione di Prodi. Chi ha ascoltato la trasmissione di Radio Deejay saprà valutare il senso delle sue parole». Una giustificazione che non ha convinto gli alleati della Quercia.

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