«Prodi e Veltroni? Due flaccidi imbroglioni»

Il giornalista Pansa ricorda la frase di D’Alema e aggiunge: «Disse anche che io di politica non capivo nulla. E il Professore meno di me»

Luca Telese

da Roma

Romano Prodi e Walter Veltroni? «Sono due flaccidi imbroglioni». Sì è vero, sono passati quasi otto anni. Ma ogni volta che riaffiora, quella definizione sarcastica stupisce. Se non altro perché a pronunciarla non sono stati Silvio Berlusconi o Gianfranco Fini, o qualche leghista sopratono, ma un apparentemente insospettabile leader della sinistra, ovvero Massimo D’Alema.
Ed è, ovviamente, una frase che va inquadrata nel contesto storico: ovvero nel periodo in cui dopo lo scontro nel convegno di Gargonza, dentro la coalizione di opposizione (allora al governo) era in atto uno scontro al coltello sulla linea politica. All’epoca Prodi metteva da parte il suo «grande Ulivo» e D’Alema pianificava la sua premiership, imponendo il centro-sinistra (con il trattino) sopra ogni cosa. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta: quelle due sinistre si sono affrontate e combattute, il professore di Bruxelles ha prevalso, ed ha ottenuto le abiure del caso, l’arruolamento dei suoi ex nemici. Oggi il presidente dei Ds è ulivista come il candidato premier, e va persino d’amore e d’accordo con Veltroni.
Così, a ricordare questa definizione sulfurea è la penna più iconoclasta della stampa, Giampaolo Pansa. L’autore del Bestiario, non pago di scalare le classifiche e di aprire polemiche storiografiche con il suo Sconosciuto 1945 (Sperling & Kupfer, 18 euro), è tornato a pungolare i leader della coalizione che vota presentando il saggio sulla sinistra di Luca Ricolfi Perché siamo antipatici (Longanesi, 14 euro). E lo ha fatto inserendo questo ed un altro aneddoto sapidissimo sulle battute del leader maximo (che ricorderemo tra poco) in un ragionamento organico: «Quello di Ricolfi è un saggio perfetto: la sinistra ha questo costante atteggiamento di superiorità, che non è solo prerogativa, come si dice, di Silvio Berlusconi, ma di tutti i leader del centrosinistra. Anzi, se dovessi fare una classifica di quelli che hanno il complesso di superiorità in testa ci metterei Berlusconi e i dirigenti della Quercia». E qui si inserisce l’aneddoto cult: «Una volta Massimo D’Alema, me presente, disse a Claudio Rinaldi: “Pansa è un ottimo giornalista, ma ha un solo difetto. Pausa. Non capisce un cazzo di politica”. E poi, di fronte al comprensibile stupore di Rinaldi: “Ce n’è solo uno che ne capisce meno di lui... Romano Prodi!”». L’altra frase, invece, riportata sul settimanale di via Po, era legata ai giorni dell’ottobre 1998 in cui era caduto il governo Prodi, e Walter Veltroni, allora vicepremier, sosteneva il leader dell’Ulivo, contrario alla ricostituzione di qualsiasi governo. Di qui la definizione sarcastica: «Quei due? Sono due flaccidi imbroglioni». Pansa riportò la frase in una rubrica, D’Alema inviò una smentita, Rinandi confermò. Pansa nella sua presentazione osserva: «Il problema è che i Ds, in molte occasioni, e come racconto spesso, non solo sono antipatici, ma anche arroganti, perché sempre convinti di essere sempre nel giusto. Ricolfi ha fatto una fotografia esatta e io credo che questo difetto vada assolutamente denunciato, perché i primi a farne le spese sono gli elettori della sinistra».

Poi, con un sorriso: «Non so dire come andranno le elezioni. Certo, se come sembra a vincere sarà l’Unione, allora questi leader andranno al governo, e sarà un dovere sorvegliare i loro comportamenti».
luca.telese@ilgiornale.it

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