«Prodotto, anno boom Avanti tutta con fatica»

Risultati economici in crescita. Tre opzioni, una in Tunisia, per il nuovo sito produttivo

Antonio Risolo

da Cannes

Una flotta di 25 barche con 5 première mondiali. Il Gruppo Ferretti si è presentato così al Cannes Yachting Festival, forte di importanti risultati commerciali che hanno fatto registrare una crescita del 10,8% sull'anno precedente. Queste le novità al debutto: Ferretti Yachts 670, Custom Line 120, Custom Line Navetta 42 - grande successo, già tre esemplari venduti, uno dei quali a un armatore italiano - Riva 110 Dolcevita (dieci unità vendute) e Riva 66 Ribelle. Prodotti e progetti illustrati nei dettagli da Alberto Galassi e Stefano de Vivo nella conferenza stampa di ieri mattina in apertura della rassegna, al termine della quale abbiamo raccolto altri particolari dallo stesso avvocato Galassi, ad del Gruppo, reduce dalla private preview di Montecarlo.

Avvocato, avete fatto una virata epocale sul prodotto.

«Le aziende sono fatte di uomini, donne e prodotto, non di capannoni né di macchinari. Per il prodotto è stato un anno bomba. Decisamente meglio dell'anno record, anche se abbiamo fatto molta fatica, detto con estrema onestà. I cieli del mondo, infatti, non sono proprio sereni, sia dal punto finanziario sia politico. Minacciano temporali. C'è aria di incertezza. Tuttavia qui a Cannes abbiamo ben cinque anteprime mondiali di un certo rilievo e che lei ha già elencato. In particolare Riva 66 Ribelle, destinato ad aprire una nuova era nella storia del marchio».

Con fatica... ma in crescita.

«I risultati economici hanno soddisfatto in pieno gli azionisti (il colosso cinese Weichai e Piero Ferrari, ndr). Siamo in crescita sull'anno precedente. Come vede non stiamo fermi, siamo tarantolati...».

Negli ultimi tre anni avete fatto investimenti importanti.

«Innanzitutto vorrei sottolineare quello che riguarda ricerca e sviluppo: 133 milioni di euro negli ultimi tre anni e mezzo. Tenga presente che il 70% delle barche che rappresentano il fatturato del 2018 sono barche che nel 2014-2015 non c'erano. Se nel 2013 non avessimo fatto questa folle scommessa, anche con qualche errore, lo ammetto, di cambiare completamente le linee di prodotto, noi oggi non saremmo vivi. Abbiamo cambiato persone e prodotto».

A che punto sono le trattative per la costruzione del nuovo sito produttivo?

«Le dico la verità. Il gruppo è corteggiatissimo sull'Adriatico per ovvie ragioni, è terra delle nostre radici. Ci guardano anche dal Tirreno, ma non c'è regione che non ci chieda di investire sui rispettivi territori. Abbiamo l'impellente necessità di concludere, dobbiamo scegliere. Stiamo valutando attentamente le condizioni. Mi hanno anche chiesto di investire in Tunisia dove c'è un'industria nautica e manifatturiera di tutto rispetto dal punto di vista delle strutture. Opportunità che stiamo valutando con attenzione. Sia chiaro, idealmente rimarremmo in Italia, ma l'Italia ci deve consentire di rimanere. Quindi abbiamo tre opzioni.

Ma, come dicevo prima, dobbiamo scegliere entro la fine dell'anno perché non abbiamo più tempo. Io sto lavorando per mettere gli azionisti nella migliore condizione di decidere il più presto possibile. In ogni caso l'investimento si aggirerà attorno ai 25 milioni di euro».

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