Il prof chiede al giudice di togliergli la pensione

Piero Pizzillo

In un’aula del tribunale è proseguita ieri la battaglia del primario di chirurgia Edoardo Berti Riboli che ai primi di giugno su una pagina a pagamento de «Il Giornale» si scagliò «contro i potenti e l’arbitraria gestione dell’ospedale San Martino, che lo aveva messo a riposo per raggiunti limiti d’età» (motivazione fermamente respinta dal chirurgo, perchè è stato ingiustamente pensionato con un anno di anticipo). Dinanzi al giudice del lavoro Margherita Bossi si è avuta la seconda udienza della causa relativa al ricorso presentato in via d’urgenza tramite gli avvocati Eugenio Gasparino e Elena Femia, volto a chiedere l’annullamento del provvedimento del direttore generale Gaetano Cosenza, con cui è stata imposta a Berti Riboli la cessazione dell’attività ordinaria all’interno dell’ospedale.

I due legali, in un vivace dibattito con l’avvocato Carlo Ciminelli che assiste la controparte, hanno ribadito la correttezza delle due diverse azioni proposte davanti al Tar e al tribunale civile, evidenziando il danno che deriva sia a Berti Riboli, sia all’università e agli studenti dall’impedire al professore di svolgere, soprattutto, l’insegnamento pratico dell’attività di chirurgo. Il giudice deciderà a giorni se reintgrare il primario nelle mansioni svolte sino al 24 maggio.

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