«Programma segnato dal gusto del macabro»

RomaOnorevole Giorgio Merlo, racconti: una mattina s’è svegliato...
«... E ho trovato Agnoletto che il mattino dopo il terremoto già chiedeva le dimissioni di Bertolaso...».
Da non credere.
«Alle 9 aveva emesso la sentenza, credo motivata dalla responsabilità di non aver saputo indicare giorno, ora e luogo esatto del sisma con ragionevole anticipo...».
Non potendo far dimettere Dominiddio, allora via Bertolaso.
«L’ho trovato vergognoso».
Quindi, qualche sera fa, ecco che si sintonizza su «Annozero».
«Lo faccio sempre, sia perché sono il vicepresidente della Vigilanza Rai, sia perché ritengo Santoro un bravissimo giornalista, capace di declinare il giornalismo d’inchiesta. Un po’ me ne intendo...».
Anche lei è stato giornalista, prima di approdare nel Pd.
«Già, perciò sono lontano mille miglia da un approccio censorio nei confronti della libertà di cronaca e di critica. Non credo nelle misure disciplinari, ritengo che il servizio pubblico debba tutelare la libertà d’espressione, garantire il pluralismo e far rispettare le regole».
Santoro l’altra sera non l’ha fatto.
«Il giornalismo d’inchiesta di Santoro a volte rischia di essere controproducente. L’altra sera m’è sembrato inopportuno...».
Che cosa le ha dato più fastidio?
«Che a tre giorni dall’immane tragedia, dovendo trovare spasmodicamente un colpevole, si finiva per additare chi ancora aveva dato l’anima per soccorrere i malcapitati d’Abruzzo. Se parti da quel presupposto, è ovvio che finisci per colpevolizzare qualcuno, per cercare di dimostrare che Bertolaso e la Protezione civile sono inadeguati. Cosa peraltro smentita dai fatti: una cosa sono le responsabilità storiche, un’altra i soccorritori. Non si può fare di tutta l’erba un fascio».
È stata una «stecca» di Santoro.
«Non drammatizzerei, però con migliaia di persone in quelle condizioni ho trovato di gusto persino macabro avere questo approccio. Un atteggiamento non compatibile con il servizio pubblico...».
Ha sollecitato i vertici Rai.
«Utile, tempestivo e corretto il loro intervento. Ma guai a strumentalizzare e ingigantire l’accaduto, per ridurre il pluralismo nella Rai. Se l’attacco a Santoro nascondesse questo obiettivo, troverà nel Pd un fiero oppositore».
Cosa attendersi dai vertici Rai?
«Un atto di indirizzo sul ruolo del servizio pubblico, non il pretesto per ridurre lo spazio di Santoro».
C’è un giornalismo d’inchiesta che ha dei toni ben diversi.


«Se parla della Gabanelli, d’accordo: Report fa una fotografia ragionata e intelligente dei fatti, senza coloritura politica».
Santoro potrebbe rifletterci.
«Santoro ha un altro approccio, più rischioso perché palesemente di parte. Però guai a eliminarlo».

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