Volendo ripercorrere e riprendere le numerose teorie nate sul bellissimo Castel del Monte - maniero voluto da Federico II su un altura nelle Murge, con i suoi misteriosi simbolismi esoterici e la pianta pre-razionalista - si potrebbe dire che il mistero per i compatrioti del principe tedesco (almeno d'origine, visto che nacque a Jesi) s'è infittito ancor di più a leggere i cartelli posti all'ingresso.
Strana lingua sveva o chissà di dove, avranno pensato i più ingenui tra i numerosissimi turisti germanici. Molti sicuramente divertiti o talvolta inviperito per lo scempio della lingua di Goethe e Shiller. Entrando, infatti, la prima raccomandazione è perentoria, tale da indurre alla rinuncia: «Il castello è proibito», dice infatti in pessimo tedesco la scritta («Das Schloss ist verboten»). Seguendo a leggere le avvertenze tradotte all'amatriciana la situazione pare complicarsi, per gli ospiti: al primo divieto corrisponde una raccomandazione imperativa (almeno per un tedesco vero): «Porta i cani!» («Bring Hunde»).
Il maniero voluto dall'imperatore che fu soprannominato Stupor Mundi per la sua solida cultura, la curiosità inesauribile, la sagacia e il rigore, l'apertura intellettuale e l'abilità guerriera e/o diplomatica, sorge nella provincia ora chiamata «Bat» (Barletta, Andria e Trani), è patrimonio dell'Unesco ed è raffigurato tra i simboli italiani sul centesimo di euro coniato in Italia.
La scritta che accoglie i visitatori di lingua tedesca, tradotta letteralmente, suona in un modo davvero beffardo: «Tutte le stanze del castello sono sotto videosorveglianza. Il castello è proibito. Con le camere e i camcorder. Il fumo. Porta i cani. I passeggini sono lasciati vengono nella stanza. Biglietto». La realtà è molto più ordinaria e banale, visto che il cartello avrebbe voluto soltanto avvertire che è vietato usare macchine fotografiche e videocamere, fumare, introdurre i cani, mentre c'è l'obbligo di lasciare i passeggini nella sala-biglietteria.
In tono con i cartelli la giustificazione della sovrintendente di turno a Castel del Monte: «Lo sappiamo, ma abbiamo molte cose da fare». E all'insistenza di un cronista, chiarisce: «Sappiamo che le scritte sono sbagliate, ma non abbiamo avuto il tempo di correggerle. Sono lì dallo scorso 15 luglio, da quando abbiamo inaugurato la mostra "Baci rubati e amorose passioni nell'arte e nella letteratura fra Settecento e Ottocento".
Abbiamo mille visite al giorno...». Però uno spiraglio di speranza lo apre: «Adesso che l'avete visto, provvederemo a mettere degli avvisi corretti». Lo spirito di Federico II sorveglierà sul mantenimento degli intenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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