«Pronti al primo trapianto d’utero»

L’annuncio di una équipe britannica: la nuova sperimentazione entro due anni

Erica Orsini

da Londra

Il primo trapianto d'utero potrebbe aver luogo in Gran Bretagna entro i prossimi due anni. Ad annunciarlo ieri i medici dell'ospedale londinese di Hammersmith. Una notizia che offre nuove speranze alle migliaia di donne che attualmente non possono aver figli e che soprattutto si propone come una valida alternativa all'adozione o alle gravidanze surrogate.
Una possibilità in più che si profila all'orizzonte per tutte coloro che, avendo subito un'isterectomia, non possono nemmeno contare sulle tecniche più recenti di fecondazione artificiale che in Inghilterra rientrano nella lista di terapie dispensate gratuitamente dal servizio sanitario nazionale. Di trapianto d'utero si parla ormai da anni, ma finora senza risultati concreti soddisfacenti. Il primo era già stato tentato in Arabia Saudita, ma l'organo aveva dovuto venir rimosso dopo appena un centinaio di giorni dal corpo della paziente che così non aveva potuto portare a termine alcuna gravidanza. Adesso però, gli esperimenti che i medici dell'Hammersmith Hospital stanno portando avanti da otto anni insieme ai colleghi di New York e Budapest, sembrano aver finalmente dato le risposte attese tanto a lungo. «Abbiamo ottenuto dei risultati stupefacenti in laboratorio, effettuando dei trapianti su soggetti animali - ha spiegato ieri ai giornalisti del quotidiano londinese The Evening Standard, il dotto Richard Smith - e speriamo quindi di poter effettuare il primo tentativo su un soggetto umano tra uno o due anni. Il trapianto sarebbe soltanto temporaneo - ha proseguito lo specialista - l'utero trapiantato rimarrebbe nel corpo della paziente due, forse tre anni, il tempo di consentire alla donna di dare alla luce dei figli. Poi verrebbe nuovamente rimosso evitando così i problemi e i rischi di una vita intera trascorsa assumendo dei pesanti immunosoppressori».
I bimbi nati da un donna con un utero trapiantato dovrebbero comunque nascere con un parto cesareo dato che l'organo non sarebbe quasi sicuramente in grado di reggere la tensione provocata dalle doglie di un parto naturale. La notizia è stata accolta con grande entusiasmo dalle associazioni britanniche che rappresentanto coppie con problemi di sterilità.«Esistono così tante coppie che hanno tentato con la tecnica della fecondazione in vitro ed hanno fallito e a cui finora era stato detto che non avevano più alcuna speranza di avere figli - ha dichiarato Michelle Harvey del gruppo di supporto Couples Having infertility Problems Solved - per loro questo rappresenta un grande passo in avanti. Può sembrare drastico, ma credo che persone che arrivano a questo punto debbano tentare ogni cosa». Attualmente in Gran Bretagna ci sono circa 15mila donne prive di utero e di queste, 200 ogni anno optano per una gravidanza surrogata. Fra due anni la loro esistenza potrebbe cambiare completamente, così come accadde a Richard Herrick, un signore americano del Maine, il 23 dicembre del 1954. Quel giorno il suo gemello Ronald gli donò un rene nel corso del primo trapianto riuscito d'organi al mondo.

Joseph Murray, il medico che operò i due gemelli a Boston, qualche anno dopo vinse il premio Nobel per la Medicina. Da allora, solo in America sono stati eseguiti oltre 400mila trapianti d'organi e negli Usa si sottopongono a questa operazione circa 25mila persone ogni anno.

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