Proteggiamo la pelle dall’eccesso di sole Sono 60mila le vittime dei raggi Uvb e Uva

Sole sì o Sole no? L’importante è proteggersi, o meglio immunoproteggersi. Soprattutto se ci si espone a lungo ai raggi solari, praticando sport come vela, tennis, bicicletta o lavorando molte ore all’aperto. Perché se da un lato il Sole è vita e porta grandi benefici all’organismo, come la sintesi della vitamina D (che non solo serve alle ossa ma è anche un potente antitumorale) o la produzione e la liberazione delle endorfine, dall’altro il non utilizzo di filtri solari durante esposizioni prolungate, può favorire l’insorgere di tumori cutanei: secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ogni anno nel mondo muoiono circa 60mila persone a causa della sovraesposizione ai raggi UV, di cui 48mila per melanoma e 12mila per carcinomi della pelle.
Oggi sappiamo che gli ultravioletti provocano anche una diminuzione della risposta immunitaria. «I raggi UV, da cancerogeni perfetti quali sono, danneggiano le cellule e deprimono il sistema immunitario generando quella che viene chiamata fotoimmunosoppressione che consente alle cellule modificate di proseguire nella loro azione e continuare a proliferare», spiega, nel corso di un incontro scientifico a Roma, Giuseppe Monfrecola, professore ordinario di farmacologia e direttore della Scuola di specializzazione in dermatologia e venereologia dell’università di Napoli Federico II. Nell’ambito dell’immunoprotezione, la ricerca di Idi Farmaceutici (che con Msd Italia ha siglato lo scorso anno una collaborazione in dermatologia) ha messo a punto un «solare intelligente» che utilizza fotoimmunoprotettori naturali di comprovata efficacia (estratto di tè verde, ectoina, nicotinamide, vitamina E, magnesio). La tecnologia Reflex , messa a punto da Idi, riduce del 30 % la quantità di filtri chimici amplificandone la protezione.

I raggi UVB provocano arrossamento e scottature e sono imputati nella genesi del melanoma. Quelli UVA, meno energetici, sono più penetranti, raggiungono il derma e possono favorire la fotocarcinogesi, il fotoinvecchiamento, la fotoimmunosoppressione.

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