Alla prova di italiano va forte l’«articolo»

Un ragazzo ricoverato a Monza fa lo scritto a letto

Augusto Pozzoli

Esami di Stato 2006, il tema di italiano. Per i candidati tutto sommato una prova tranquilla, per i presidenti e i commissari una prova da sbadigli. «Un rito del tutto inutile - commentava rassegnato tornando nella sua scuola, l’Istituto Agnesi, il dirigente scolastico Giovanni Gaglio -. Speriamo che sia davvero l’ultima volta che si fa questo tipo di esame».
Chissà, se ne parla da anni, ma, a parte qualche piccolo ritocco teso più che altro a fare qualche risparmio economico, il sistema non cambia. Per gli studenti, comunque, una prova affrontata in modo abbastanza disinvolto. Il saggio breve, o articolo di giornale, è stato il più gettonato (13.743), seguito dal tema di cultura generale (1.916). E ancora Ungaretti (1747), per concludere con il tema storico (496). «I nostri allievi – dice Sandro Panseri, docente al Berchet – hanno scelto per lo più il tema di analisi del testo di Ungaretti -. Del resto al classico c’era poco da scegliere: gli altri temi sono troppo lontani dai programmi svolti durante l’anno. Oppure temi troppo banali.
All’artistico Caravaggio le buste sono state aperte alla presenza del responsabile del Csa, Antonio Zenga. «Davvero tutti tranquilli e ordinati – ha commentato alla fine il responsabile della scuola milanese –. Un clima ideale perché ciascuno faccia del proprio meglio». E all’ospedale san Gerardo di Monza un esame speciale: un ragazzo iscritto al classico Zucchi che tuttavia è stato costretto a continuare gli studi in un letto di degenza. Ma come tutti i suoi compagni di classe ieri ha potuto iniziare le prove dell’esame di Stato. Alle 8.30 in punto, infatti, è stato raggiunto da un’ispettrice ministeriale che sotto i suoi occhi ha aperto la busta dei temi e ha potuto così cominciare a lavorare. Le prove continueranno nei prossimi giorni secondo il calendario normale degli esami.
Dalle 1.166 commissioni attive nelle scuole di Milano e provincia non si segnalano in ogni modo particolari incidenti. «Abbiamo ricevuto solo richieste di chiarimenti banali», commenta il responsabile del Csa Zenga. Dubbi davvero di poco conto: un presidente ha voluto sapere come comportarsi nei confronti di un candidato di religione ebraica. «Devo sospendere le prove il sabato?», ha chiesto. Molto semplicemente gli è stato risposto che bastava interrogare il ragazzo in un giorno diverso della settimana. Unico caso di tensione, invece, all’Itis Feltrinelli dove la Provincia ha deciso di dare il via ai lavori di ristrutturazione della palazzina centrale della scuola in modo da riconsegnarla a settembre rinnovata. Ma i lavori sarebbero di grave intralcio per lo svolgimento degli esami: da qui la proposta della dirigenza scolastica di trasferirsi da lunedì nella succursale di piazzale Abbiategrasso per avviare i colloqui dei candidati. Una proposta che ha subito messo in subbuglio i docenti che ieri hanno sottoscritto un documento in cui si chiede il rinvio dei lavori a fine esami di Stato. «Il trasferimento è assurdo – dicono i docenti –. E chi risponde se qualche documento degli esami va perso? Non sarebbe più logico lasciarci lavorare in pace».


La ristrutturazione del Feltrinelli è un tormentone che dura da decenni fra polemiche proposte e controproposte. Siamo all’ultimo capitolo di una vicenda ormai paradossale che questa volta coinvolge anche gli esami di Stato.

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