Milano - Una superficie di 8mila metri quadri nel cuore di Milano. Dal Quarto Stato di Pellizza da Volpedo alla strabiliante collezione di Lucio Fontana, dalle avanguardie internazionali come Picasso e Kandinskij alle opere di Umberto Boccioni. Il Museo del Novecento nasce da un'esigenza: dare spazio alle Civiche raccolte del Comune di Milano, un'imponente collezione rimasta al chiuso per troppo tempo. "E' uno di quei rari casi virtuosi in cui la struttura è stata progettata considerando una collezione già esistente", spiega con soddisfazione la direttrice del Comitato scientifico Marina Pugliese.
Direttrice Pugliese, quali esiugenze hanno spinto alla creazione del Museo del Novecento?
"Per prima cosa si è sentita l'esigenza di mostrare un collezione che è sicuramente una delle collezioni più importanti dell'arte italiana del Novecento. Una collezione che non solo non veniva esposta ormai da svariati anni, ma anche che non era mai stata esposta in una sede adatta. In seconda istanza credo che sia importante e interessante ribaltare un modus operandi per cui prima si progettano e si costruiscono i musei per poi preoccuparsi, solo in un secondo momento, delle collezioni che saranno inserite all'interno dell'architettura. Il Museo del Novecento, invece, è uno di quei rari casi virtuosi in cui la struttura è stata progettata considerando una collezione già esistente."
E' un valore aggiunto non indifferente...
"Sicuramente. Nel Museo del Novecento il contenitore e il contenuto si compenetrano in maniera studiata e non casuale."
Cosa significa nei fatti partire dal contenuto per costruirvi attorno il contenitore?
"Significa, per esempio, che nel caso del Museo del Novecento era stato bandito un concorso internazionale, poi vinto dal Gruppo Rota, che già includeva una selezione delle opere della nostra collezione e indicava che il progetto architettonico sarebbe dovuto partire dal Quarto Stato di Pellizza da Volpedo e che nella torre centrale dell'Arengario si sarebbe dovuta allestira la collezione di Lucio Fontana. Insomma, erano state date indicativamente delle coordinate sulle quali il Gruppo Rota è riuscito a presentare una proposta più fantasiosa e sperimentale tanto da convincere la commissiuone."
Come nasce il percorso museale?
"Il percorso nasce in senso assolutamente storico. Il comitato scientifico, che io stessa ho coordinato, è composto da studiosi di chiara fama del Novecento italiano: Nino Castagnoli che è stato per anni il direttore della Gam di Torino, Antonello Negri che è il direttore dell'Istituto di Storia dell'arte dell'Università di Milano, Flavio Fergonzi normalista di Pisa e titolare della cattedra di Arte contemporanea all'Università di Udine e Lucia Matino, nostro ex direttore. Partiti dalla collezione preesistente e dai vincoli del Quarto Stato e della collezione di Fontana, abbiamo lavorato in senso assolutamente storico privilegiando però la qualità e cercando di fare emergere i nuclei di quegli artisti che, per importanza e coerenza, dessero risalto al percorso espositivo."
In questi giorni è in corso l'allestimento. Il trasporto del Quarto Stato è stato un vero e proprio evento per tutta la città. Quali sono stati gli aspetti più complicati di questa fase?
"Per seguire le regole tecniche del project management, la complessità è sicuramente generata dal fatto che si sovrappongono tantissimi aspetti divers. Si tratta di mettere in ordine una trama complessa in modo da restituire un filato con tutti i colori e le luci. Se proprio in questo momento non si è attenti a coordinare con sapienza il lavoro dei trasportatori, dei restauratori, di chi stampa le didascalie e di chi stampa il catalogo il rischio è quello di non riuscire a raggiungere l'obiettivo."
Questo nuovo museo riporta, ancora una volta, Milano al centro dello scenario culturale. Come si inserisce all'interno del panorama italiano e internazionale?
"La collezione è di primissimo rilievo. Oltre a ospitare la collezione più importante al mondo di Boccioni e le tele più significative del Futurismo, il Museo del Novecento vanterà le opere più importanti di Lucio Fontana che nel Ventesimo secolo è stato uno degli artisti più innovativi su scala internazionale. Ma non è tutto qui. Ci sarà una stanza interamente dedicata a Luciano Fabro, ambienti dedicati all'arte cinetica e programmata, monografiche di Morandi e de Chirico."
In primo piano anche il progetto architettonico...
"Sicuramente anche il progetto architettonico è di primissimo rilievo. All'interno di una piazza storica, stratificata e complessa come lo è piazza Duomo a Milano, il progetto riesce a riprendere in mano un edificio degli anni Trenta come l'Arengario rendendolo, però, tradizionale e avveniristico.
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