Al Qaida è già in Europa E vuol colpire pure l'Italia

Allarme dagli Usa: anche l’Italia rischia. Cellule terroristiche "in sonno" sarebbero state avvisate in codice con gli ultimi due insoliti messaggi audio dello sceicco. Un militante catturato in luglio rivela: progetto approvato e finanziato da Osama

Al Qaida è già in Europa 
E vuol colpire pure l'Italia

Sono già tra di noi e si preparano a colpire. Può succedere in una qualsiasi delle grandi metropoli italiane od europee. Ed in qualsiasi momento. A bordo di un treno, come a Madrid in quel tragico 11 marzo 2003. Nel sotterraneo di un metrò come a Londra nel luglio 2005. Ma anche tra la folla della stazione Termini di Roma, davanti ad un bar alla moda di Milano o in un grande hotel di Firenze, Parigi o Berlino. Queste ultime sono purtroppo le eventualità più temute. Perché, per quanto se ne sa, Osama bin Laden vuole proprio questo. Ha ordinato ai suoi kamikaze di colpire come a Mumbai nel 2008, quando tre cellule terroristiche seminarono morte e panico in una stazione ferroviaria, in un bar frequentato da stranieri e in due grandi alberghi internazionali. Con una differenza. L’obbiettivo stavolta non è l’India, ma l’Europa. Prima di tutto la Germania, la Francia e l’Inghilterra. Subito dopo l’Italia e la Spagna. Non a caso da ieri il Dipartimento di Stato americano invita tutti i suoi cittadini nel Vecchio Continente «a prendere ogni precauzione e adottare misure di sicurezza appropriate». I vertici dell’intelligence statunitense ed europea temono, insomma, un attentato devastante paragonabile per preparazione e sofisticazione alle stragi più sanguinose.
A suggerire estrema preoccupazione e massima allerta sono innanzitutto i due misteriosi messaggi audio con la voce del capo di Al Qaida comparsi su alcuni siti internet tra venerdì e sabato. In passato l’eterea voce del terrore non aveva mai sprecato fiato per diffondere due comunicati diversi nell’arco di sole 24 ore. E non aveva mai dedicato tanta attenzione alle opere umanitarie come in quegli 11 minuti del secondo, bizzarro sermone dedicato alle inondazioni in Pakistan e ai metodi suggeriti dall’ex ingegnere Bin Laden per prevenire simili disastri. Un messaggio singolare nel quale, a detta degli analisti, si cela forse un messaggio in codice indispensabile per l’esecuzione dell’attacco. Anche perché nel messaggio di poche ore prima Bin Laden mescola altri riferimenti “alluvionali” ad allusioni riguardanti attentati progettati o messi a segno in passato. Un basista in possesso di codici e lista dei bersagli potrebbe servirsi delle registrazioni per individuare l’obbiettivo deciso dal grande capo e attivare la cellula prescelta per l’azione.
L’esistenza di un complotto ordito direttamente dal numero uno di Al Qaida e affidato a kamikaze con passaporti e identità europee non è, del resto, una novità di queste ore. Il primo a rivelarne i particolari è stato Ahmad Sidiqi, un militante di Al Qaida di nazionalità tedesca arrestato in Afghanistan lo scorso luglio. Stando alle confessioni di Al Sidiqi, Bin Laden avrebbe seguito personalmente la preparazione del piano inviando indicazioni dettagliate dal suo covo pakistano e finanziandolo con somme ingenti prelevate dai depositi dell’organizzazione. Il ritorno in campo di Bin Laden e la sua voglia di sangue sono strettamente connesse alla crisi di Al Qaida e alla progressiva eliminazione dei suoi capi militari, decimati negli ultimi sei mesi dai missili degli aerei senza pilota americani. Consapevole della frustrazione e dello sbandamento dei suoi, Bin Laden punta a riprendere in mano l’organizzazione e a suggellare con un bagno di sangue il ritorno all’azione.
Anche la convinzione di esser sulle tracce di un gruppo di attentatori assai esperti in grado di confondersi tra i comuni cittadini e di passare le barriere aeroportuali grazie a documenti e identità europei si basa su prove concrete. La certezza arriva, in questo caso, dall’analisi delle conversazioni telefoniche intercorse tra i campi d’addestramento di Al Qaida in Pakistan e alcuni cellulari europei intercettati dall’intelligence britannica.

Confrontando le impronte vocali di chi sta nel vecchio continente con quelle delle banche dati anti terrorismo gli analisti inglesi hanno individuato e identificato personaggi estremamente pericolosi inseriti nelle liste rosse del terrorismo internazionale. Militanti pronti a tutto già infiltrati nel cuore delle nostre città. Kamikaze in sonno in attesa soltanto dell’attivazione finale.

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