Risorgimento lungo o risorgimento breve? Ecco uno dei dubbi attorno ai quali si arrovellano gli storici. Ancor più in periodo di celebrazioni come quelle che caratterizzano questo cento cinquantenario dell'Unità d'Italia. La discussione non verrà mai risolta perché, grazie a Dio, la storia non ha compartimenti stagni.
Qualcuno continuerà a trovare germi risorgimentali nella rivolta napoletana di Masaniello (correva l'anno 1647) altri si terranno su date di più stretta osservanza manualistica, vedendo il punto di partenza del Risorgimento in quel Congresso di Vienna (1814-1815) che tentò di riportare indietro l'orologio della storia -anche se meno di quanto spesso si creda- e sancì il ritorno della penisola italiana nell'orbita austriaca. Senza per forza dover prendere posizione in questa bagarre una cosa la si può dire con certezza. Che uno degli "aditivi" fondamentali (ci si perdoni il paragone con la chimica) che alimentò la complessa reazione socio-politica a cui si da il nome di risorgimento fu l'arrivo in Italia delle armate rivoluzionarie condotte da Napoleone. Quando all'inizio della campagna d'Italia il generale corso attraversò le alpi con trentottomila uomini male in arnese (i fucili funzionanti erano pochi e le scarpe ancora meno) portò con sé, oltre a notevoli devastazioni e una certa tendenza all'esproprio rivoluzionario (all'epoca si diceva "non tutti i francesi sono ladri ma Buonaparte sì"), anche una ventata di idee che radicarono profondamente. Almeno nei ceti colti delle città italiane. Vissuta in Italia attraverso la lente deformante dell'Impero la rivoluzione francese creò così una vasta base comune di speranze e di aspettative fondate su elementi diversi, a volte in contraddizione tra di loro, che non tardarono a creare una reazione esplosiva. Giusto per citarne qualcuno: il mito della guerra di popolo (cui attingerà Garibaldi), l'idea di Napoleone come liberatore che traspare nel «Cinque Maggio» di Manzoni e al contempo la critica alle sue attitudini tiranniche (Manzoni le adombra solo in quel "Fu vera gloria?"). Ecco perché Italia Unita l'allegato gratuito che uscirà con Il Giornale a partire da lunedì sette febbraio parte proprio da questi primordi risorgimentali. Il primo fascicolo si intitola infatti "1796 - 1815. IL MONDO NUOVO", una straordinaria sintesi sull'alba del Risorgimento in Italia (Il martedì seguente 08 febbraio, con Il Giornale sarà in edicola il secondo fascicolo gratuito, mercoledì 09 il terzo e giovedì 10 il quarto, sempre gratuitamente). Gli appuntamenti con ITALIA UNITA proseguiranno ogni settimana dal lunedì al mercoledì.
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