Quei 51mila elettori Pd che lo hanno mollato

da Roma

Stessi simboli, stessi schieramenti. Sessantamila romani, però, hanno votato Nicola Zingaretti e non hanno fatto la croce su . «Dovremo analizzare molto bene questo dato», commenta il mancato sindaco di Roma.
In città, il candidato alla Provincia ha raccolto 730mila voti; Rutelli intorno ai 670mila. Che fine hanno fatto questi voti? Perchè 50.691 mila romani hanno voluto assegnare un voto «disgiunto» fra Comune e Provincia? Questi voti persi dal Pd al Campidoglio non si sono trasformati in schede nulle o bianche. Almeno non tutte, visto che sono passate da 64mila a 21mila.
Quindi, ammesso che tutte le schede nulle o bianche siano frutto di scelte politiche dell’elettore di sinistra (ha votato Zingaretti e poi ha annullato la scheda del Comune), il risultato è che quasi due elettori su tre del candidato alla Provincia hanno poi deciso di votare per Alemanno. Si tratta di 40mila persone. Per la statistica: il 50% dei voti persi da Rutelli fra il primo turno ed il ballottaggio.
Vale la pena di ricordare che al primo turno la Sinistra Arcobaleno aveva raccolto 61mila voti; la Sinistra critica, 9mila, come i Socialisti di Boselli. È assai probabile che buona parte di questi elettori non sia andata domenica scorsa alle urne.

È altrettanto probabile, però, che quelli che ci sono andati abbiano finito per votare Zingaretti; ma non abbiano confermato la croce sugli stessi simboli, gli stessi schieramenti che sostenevano Rutelli.
Ed ha ragione il mancato sindaco a chiedere un’analisi approfondita sul voto «disgiunto». Che ha finito per premiare l’anima diessina del Pd e penalizzato quella della Margherita, simboleggiata proprio da .

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