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Quei capelli sul corpo di Yara che possono riaprire il caso

Il mensile Crimen svela l'ennesimo giallo sul caso di Brembate: il dna sarebbe compatibile con altre persone sottoposte al test dalla Procura. Nuovi retroscena sui casi irrisolti, da Veronica Panarello a Roberta Ragusa

Quei capelli sul corpo di Yara che possono riaprire il caso

Se c'è un settore che non conosce crisi è quello dell'editoria legata alla cronaca nera. L'ultimo arrivato è il mensile Crimen, che offre ai lettori un libro su uno dei casi più controversi della storia giudiziaria italiana, il caso Bossetti. Curato dagli avvocati Carlo Taormina, Luca D'Auria, Noemi Brambilla e dalle criminologhe Claudia Pavanelli e Ilaria De Pretto, il volume (prezzo rivista 1 euro, rivista più libro 3,90) è un vero e proprio atto di accusa contro le ricostruzioni dell'accusa e l'ipotesi giudiziaria che vede nel muratore di Mapello l'unico colpevole possibile. Secondo quanto ricostruito da D'Auria, De Pretto e Pavanelli, fondatori dell'associazione «Justice Of Mind», tutto ruota intorno a sette capelli ritrovati sul cadavere della tredicenne di Brembate Sopra, il cui dna sarebbe compatibile con altre persone sottoposte al test dalla Procura.

Scrivono i tre: «L'unico dato oggetto di indagine con riferimento a queste tracce è stato quello di escludere la loro compatibilità con parenti della vittima, ma non è stato fatto nessun accertamento e confronto sulla loro identità con i soggetti oggetto dell'indagine biologica di massa e ciò ancorché taluni di questi capelli, per quanto attiene il profilo mitocondriale (quello rinvenibile in questo tipo di reperto) fosse compatibile con persone che avevano subìto quel prelievo popolazionistico». È la stessa aporia riscontrata nel Dna dello stesso Bossetti: «La traccia rinvenuta sugli indumenti della vittima presenta un Dna nucleare corrispondente con quello di Bossetti) ed uno mitocondriale (quindi di provenienza materna) appartenente ad un soggetto mai identificato. Una circostanza inspiegabile per i biologi forensi».

Sono tre i dubbi che ruotano intorno ai sette capelli: come possono aver resistito tanti mesi alle intemperie? Com'è possibile che appartengano a soggetti identificati mediante lo screening di massa e mai "attenzionati" dalla polizia e dagli investigatori? Quale può dunque essere la dinamica dei fatti? Insomma, Bossetti è l'unico colpevole o ce ne sono altri? «Non è possibile pensare che tali formazioni pilifere siano "volate" casualmente sulla vittima, che ivi siano restate per un tempo indeterminato e che nulla abbiano a che fare coi fatti di causa», insiste D'Auria, che ha discusso del caso nei giorni scorsi a Capri durante la presentazione del libro, come ricorda il sito www.frontedelblog.it.

Ma Crimen si occupa anche di altri misteri irrisolti, dalla vicenda di Guerrina Piscaglia ad Elena Ceste, dall'incerto caso giudiziario di Veronica Panarello fino all'irrisolta scomparsa di Roberta Ragusa fino alla strage di Erba. Anche in questo caso il protagonista è un libro, quello curato dal legale della coppia Fabio Schembri. I due sono stati condannati all'ergastolo ma sulla dinamica dei fatti ci sono ancora molti punti irrisolti che le tre sentenze non hanno mai chiarito, dalla dinamica relativa alla morte di una delle vittime, Valeria Cherubini, che non collima con le confessioni dei due condannati e con i rilievi dei Ris. Nel libro si parla anche di un audio del marito della Cherubini, Mario Frigerio, unico testimone oculare della strage dell'11 dicembre 2006 morto qualche mese fa. Un'intercettazione «fantasma» mai entrata a processo assieme ad altre prove che secondo Schembri scagionerebbero i due coniugi erbesi che dopo aver ritrattato le confessioni si sono sempre proclamati innocenti. L'obiettivo dei legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, che aspettano anche una sentenza dalla Corte europea di Strasburgo - alla quale si è rivolto anche Azouz Marzouk, anch'egli convinto che che la coppia di Erba non abbia ucciso sua moglie Raffaella Castagna, suo figlio Yousseff, sua suocera Paola Galli e la Cherubini - è la riapertura del procedimento.

Anche il prossimo numero di Crimen si annuncia interessante: «Troveranno spazio anche altri tipi

di misteri, soprattutto inerenti le stragi dei primi anni '90», dicono gli autori. E per gli appassionati di gialli ci sarà anche un racconto inedito di Andrea Carlo Cappi, l'autore di Carlo Medina, eroe di Segretissimo.

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