Quelle norme a effetto che non portano soldi

di Il differenziale tra rendimento dei Btp decennali del Tesoro e dei Bund tedeschi è risalito oltre 300 punti, arrivando a 320. Quattro giorni fa era sotto questo livello pericoloso, su quota 280-290. Mentre si verificava questo balzo negativo di 30-40 punti, Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea, dichiarava che l’Italia deve rispettare il programma anticrisi basato sul rigore del bilancio e le riforme strutturali. Il portavoce dell’Ue ha spiegato che le misure antievasione decise dal ministro dell’Economia non convincono dal punto di vista del gettito, che è incerto. Poiché la Bce compra i nostri titoli e il parlamento tedesco tra poco discuterà se ampliare il Fesf, il Fondo europeo di stabilità finanziaria che dovrebbe intervenire sui mercati con lo stesso compito, queste dichiarazioni vanno prese molto sul serio.
Il giudizio che emerge è che non sembra convincente la modifica della manovra compiuta dal ministero dell’Economia. Era meglio perfezionare quella stabilita nell’accordo Berlusconi-Bossi che comportava modifiche (a mio parere per nulla incostituzionali) dei pensionamenti anticipati per chi ha riscattato anzianità convenzionali (che dovrebbero servire per stabilire l’entità della pensione, non la sua data!). In ogni caso, limando le asperità di tale manovra, e colmandone le lacune, senza sconfessarla, soprattutto nella ricerca delle riduzioni strutturali di spese, si sarebbe data la sensazione di compattezza della maggioranza nella (pur difficile) linea neo-liberale. Invece si è fatta una sterzata fiscale nelle imposte dirette.
La sterzata è che punta troppo sul recupero dell’evasione, in particolare con la deterrenza consistente nel carcere per chi evade più di 3 milioni, il cui gettito è stimato in 1,075 miliardi in tre anni. Lo spread a 320 punti, però, non indica che i mercati hanno bocciato le modifiche alla manovra, solo per tale incertezza sul loro provento. Essa riguarda 3,9 miliardi su 45 di rientro dal deficit, cioè l’8,7% del totale, ossia, nel caso di un errore di stima del 50%, il 4,35% di minor rientro. Il balzo in su dello spread è troppo grosso, per supporre che basti questa spiegazione, pur rilevante. Il fatto è che la Bce, non è ancora convinta della serietà della manovra, sia per la parte rigore, che per quella delle riforme e dello sviluppo. Quindi fa molta fatica a comprare i titoli del debito pubblico italiano, perché ciò può generare la sensazione che la Banca centrale europea faccia un’azione di assistenza finanziaria controproducente perché troppo benevola. Pertanto la Bce ha lasciato che lo spread salisse a 320 per lanciare un avvertimento. E ora bisogna correre ai ripari, con due mosse.
Innanzitutto vanno calibrate meglio le norme antievasione, per renderle più conformi all’economia di mercato in coerenza con i principi della maggioranza. Si deve togliere ciò che fa parte dei proclami, ma secondo i tecnici del Tesoro e del Senato non dà gettito. E occorre tenere conto di alcune osservazioni di Confindustria che riguardano la parte penale, in cui non si considera, come elemento rilevante, il dolo: ponendo a rischio gli amministratori di imprese e patrimoni in cui l’evasione di 3 milioni (magari in più anni) può derivare da errori di interpretazione e applicazione delle norme, senza dolo. Inoltre, va inserito un emendamento che stabilisca lo scatto automatico di una clausola di salvaguardia, per cui se le misure antievasione appena varate non danno il gettito previsto, c’è un aumento di pari importo nelle imposte indirette. Il gettito nel nuovo testo, per le nuove misure antievasione ammonta a 3,9 miliardi. Posto che non si raccolga il miliardo derivante dalle manette per chi evade più di 3 milioni, che le liste dei contribuenti a rischio non diano 1,367 miliardi, ma la metà e che si perda qualcosa d’altro, scatterebbe un aumento di imposte indirette di 2 miliardi nel biennio. Inoltre, occorre chiudere questa manovra al più presto e passare alla fase due, della crescita e delle riforme.

Evitando anche qui gli atti simbolici punitivi (tipo abolire l’Albo degli avvocati e dei notai). Occorre sostituire la collaborazione nell’attuare cose sostanziose all’invidia sociale, che serve per digerire male, non per mangiare bene.

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