«Le ragazze sono più sveglie ma la scuola deve integrare»

La giornalista del Tg5 è mamma di tre figli, preferisce le classi miste

«Separare significa accentuare le differenze, non colmarle». Cristina Parodi, giornalista e anchorwoman del Tg5, madre di tre figli, due femmine e un maschio di 10, 9 e 5 anni, pensa piuttosto a una scuola basata su «parità e integrazione». Eppure, per storia personale e familiare, non nega una certa fondatezza nelle conclusioni raggiunte dagli studiosi britannici. «Mia madre è un’insegnante di Lettere e mio padre un ingegnere. E noi figli abbiamo seguito un percorso identico. Io e mia sorella laurea in Lettere e carriera nel giornalismo e mio fratello laurea in Ingegneria e carriera in quel settore».
Quindi la vostra famiglia rispecchia perfettamente le attitudini evidenziate dalla relazione degli esperti inglesi?
«Sì, perfettamente. Sin da piccoli: femmine più inclini al linguaggio e maschi più predisposti alla scienza e alla matematica».
Per i suoi figli quindi non vorrebbe una scuola con classi separate per sesso?
«No, è un'idea che proprio non mi piace. Vorrei che maschi e femmine - e così anche i miei figli - facessero le stesse esperienze».
Ma secondo lei è la natura o il contesto sociale a orientare le predisposizioni?
«Credo che sia un mix. Oggi, per fortuna, ci sono tante donne ingegnere, per esempio. La società ha bruciato le tappe e quello che era considerato competenza maschile, per abitudine, non lo è più».
Tra gli studenti inglesi fino all'età di 11 anni è stato riscontrato un gap di apprendimento di sette anni rispetto alle coetanee. È forse il senso di responsabilità che nei maschi arriva dopo?
«Assolutamente sì. E a quell'età il fenomeno è più evidente. Le femmine sono più sveglie, più argute. Hanno un intuito e una sensibilità maggiore che le porta più velocemente a vedere chiara la propria strada».


A lei è mai stato detto che la sua era una professione più da maschio?
«No, perché io sono arrivata sull’onda delle anchorwoman come Carmen Lasorella o Lilli Gruber, che hanno spianato la strada. Però...».
Però?
«Però per le donne è necessario sempre uno sforzo maggiore. Dobbiamo sempre dividerci nel doppio ruolo, fra la carriera e la famiglia. Ci salva il fatto che sin da piccole siamo più determinate».

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