In Georgia sè aperto un nuovo periodo pericoloso per i rapporti internazionali. A scanso del peggio, innanzitutto spazziamo via le idee false: qui non cè un conflitto fra democrazia e totalitarismo, fra il presidente dei Diritti dellUomo, il georgiano Saakashvili, e lincarnazione del Kgb, i nostalgici dello stalinismo Putin e Medvedev. La realtà è più complessa.
In primo luogo, georgiani erano Stalin, Beria e Ordzonikidze, che fece dellUrss una potenza industriale. La statua di Stalin sulla piazza di Gori è gigantesca... Nel 1923, Stalin e Lenin accordarono lautonomia alle minoranze della Georgia, specie osseti e abkazi. Dovevano appoggiarsi alle minoranze per spezzare il nazionalismo georgiano, già nemico dellImpero zarista. Nel 1992, dopo uno scontro armato coi georgiani, osseti e abkazi riebbero di fatto lo statuto autonomo perso dopo il crollo dellUrss. E i russi hanno tutelato queste minoranze. Sera trovato un compromesso, come testimonia loppositrice democratica del presidente Saakashvili, la franco-georgiana Salomé Zaurabisvili, ministro degli Esteri della Georgia, destituita nel 2005; per lei, il regime di Saakashvili, scaturito da una rivoluzione dispirazione democratica, democratico non è più, perché limita la libertà di stampa e si fonda su nazionalismo e autoritarismo. Come il sistema russo costruito da Putin.
Ma la crisi non si limita allattrito fra due nazionalismi autoritari: quello russo, imperiale; e quello di un piccolo popolo che ha sempre resistito al potente vicino e che, talora, prende, come sè visto, il controllo dellImpero. La questione centrale non è neanche quella del petrolio, sebbene sia vero che gasdotti e oleodotti attraverso la Georgia aggirano il territorio russo, per togliere a Mosca il controllo dei rifornimenti allEuropa. Da questo punto di vista, la Georgia è area cruciale.
Il nodo della nuova situazione internazionale è in realtà la Russia nei rapporti con Europa e Stati Uniti, insomma con lOccidente. Domanda brutale: che fare con la Russia? Il periodo dal 1917 in poi, proseguito con la Guerra fredda fino al 1989, ha segnato la permanenza di questo plurisecolare problema geopolitico. La Russia è Occidente o Asia? I russi sono soci o rivali? Interesse degli occidentali è respingerli, indebolirli o arrivare a unintesa?
È evidente che, dalla fine dellUrss, gli Stati Uniti - trascinando gli europei, più prudenti - vogliono impedire che la Russia torni grande potenza internazionale. Washington ha voluto stravincere la Guerra fredda. Le basi militari americane - oggi anche lo scudo antimissile - circondano da vicino la Russia. Gli Stati Uniti hanno sostenuto, per non dir suscitato, «rivoluzioni» democratiche in Georgia, Ucraina, ecc. E hanno goduto dellappoggio dei popoli - georgiani, baltici, ucraini, polacchi - che erano stati colonizzati dai sovietici. Culmine delloffensiva è stato disgregare la Jugoslavia, coi bombardamenti aerei su Belgrado, per finire con lindipendenza del Kosovo.
Ogni volta la Russia è stata messa davanti al fatto compiuto, umiliata, cacciata indietro in nome dei «diritti dell'uomo»... ben poco invocati quando, come accade ora, la Turchia bombarda i curdi in Irak e agisce con lesercito nel «Kurdistan». Ma oggi la Russia ha potenti risorse - materie prime, gas e petrolio - e non retrocede più. E poi è stato il presidente Saakashvili a intervenire militarmente nellOssezia del sud, rompendo il precario compromesso.
Si notino le somiglianze fra vecchia e nuova situazione internazionale. La Guerra fredda è tramontata: poste ideologiche in gioco non ce ne sono più. I russi non vogliono imporre un modello sociale e politico. Vogliono controllare una sfera dinfluenza e difendere gli interessi nazionali. Europa e Stati Uniti invocano i diritti delluomo, ma anche i loro scopi sono meno ideologici che geopolitici. Il grosso rischio è che - a margine dei grandi insiemi (Europa, Stati Uniti, Russia, Cina, ecc.) - qualche potenza minore forzi la mano ai protettori. Nel 1914 fu il ruolo dei serbi, che trascinarono le grandi alleanze nella guerra generale.
Max Gallo
(Traduzione
di Maurizio Cabona)
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