Rams, passione football: «In A ma giochiamo gratis»

Rams, passione football: «In A ma giochiamo gratis»

«Sì, Milano ha tre squadre in Ifl, ma i Rams sono un'altra cosa». Lo rivendica con una punta di orgoglio Paolo Crosti, presidente del team di football americano nato in città nel 1978 e resuscitato poi nel 2006. A differenza dei colleghi Rhinos, Seamen e Daemons, i Rams non riconoscono la Fidaf quale federazione di riferimento, ma la Fif. Così dal 2008 giocano una sorta di campionato parallelo. «La spaccatura all'interno del football americano italiano ha un'unica spiegazione: i soldi - spiega Crosti -. C'era chi come noi voleva regole etiche per mantenere il nostro sport sano e chi no. Non è un caso che i Rams pubblicano ogni anno il bilancio sul proprio sito...». In più il club di casa al Saini di via Corelli obbliga i propri atleti a sottoporsi ai test anti-droga e non paga ingaggi da professionista, a differenza di alcune squadre Ifl. «Da noi la dimensione sportiva rimane ancorata ai valori originari», sentenzia Crosti. Eppure gli appassionati in Internet richiedono a gran voce la riunificazione delle due leghe. «Anche noi lo auspichiamo - prende la palla al balzo Crosti -. Ma occorre che le altre squadre facciano un passo indietro sulla regolamentazione del numero degli americani, i test anti-doping e la gestione delle rose e degli stipendi. Difficile che succeda, visto che pur di alimentare il loro sistema i team di Ifl hanno riconosciuto la Fidaf di Leoluca Orlando come federazione ufficiale. Eleggendo addirittura per acclamazione il parlamentare dell'Italia dei valori a presidente».
L'impegno di Crosti e dei Rams è fuori e dentro dal campo. Se da una parte i bianco-verdi portano spesso a Milano il due volte campione del mondo Mike Lodish per insegnare football americano ai ragazzi o affidano la squadra a Randy Beverly Jr, ex giocatore di Ucla, creatore del videogioco Madden Nfl e figlio di quel Beverly senior vincitore di un anello con i New York Jets, dall'altra si muovono per migliorare la nostra città. «Abbiamo avviato una nostra campagna anti-droga chiamata “Insegnare a vivere“ per allontanare i ragazzi dagli stupefacenti - racconta Crosti -. Mentre negli ultimi due anni avevamo preso un impegno preciso con la precedente amministrazione comunale: i nostri giovani dovevano migliorare a scuola, altrimenti avremmo rinunciato ai finanziamenti. Un progetto che abbiamo intitolato “Meglio accendere una candela che rimanere al buio“. E che ha dato soddisfazioni enormi a noi e ai ragazzi». E poi naturalmente c'è il football americano. Quello che i Rams vanno a spiegare nelle parrocchie sparse in giro per Milano. Da volontari, senza alcun compenso. «A noi basta la nostra passione - conclude Crosti -. Chi non ci crede, può farsi un giro sul nostro sito Internet e leggere i nostri bilanci. Nessuno prende un soldo.

Ci finanziamo fondamentalmente con il contributo dei cosiddetti “Amici dei Rams“. Che poi non sono altro che 100 euro di donazione». E se vi chiedete come fanno i Rams a tirare avanti, probabilmente non conoscete il loro motto. «La gente come noi non molla mai». Appunto.

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