da Torino
È la partita degli incroci. Napoli-Juve di stasera potrebbe vedere impiegati dal primo minuto cinque giocatori nati in Campania: di questi, tre vestiranno il bianconero e due l'azzurro. Da un lato Molinaro, Nocerino e probabilmente Palladino nelle vesti di vice-Nedved, dall'altro Iezzo e Cannavaro. Siccome non basta ancora, ecco che tra gli uomini di Reja ci sono anche Zalayeta e Blasi, ex juventini con il dente più o meno avvelenato, oltre a quel Marek Hamsik che è costato un terzo di Tiago e sul quale la Juve avrebbe messo gli occhi in vista del prossimo anno. «Se segno non esulto», ha già detto il Panterone: il quale però a Torino si era stufato di portare le bottiglie e poco altro, pur non essendogli mancate soddisfazioni straordinarie come le reti segnate a Barcellona e Real Madrid in Champions League.
La Juve che stasera cercherà a Napoli di confermarsi anti-Inter, in attesa della sfida delle sfide che andrà in scena domenica prossima a Torino, è quindi una squadra in cui il sangue partenopeo scorre a fiumi: Molinaro e Nocerino hanno in pratica già garantito il posto, Palladino quasi, Criscito è pronto per eventuali emergenze: la truppa è questa e non è poco. «Per il momento vi dico che giocheranno sicuramente in due - ha ammesso ieri Ranieri, squalificato pure lui per la prima volta in carriera -. Di Palladino penso tutto il bene possibile, ultimamente ha giocato anche tanto e bene. Dovrebbe essere un po' più concreto e continuo, ma si sta applicando nel migliore dei modi. Una certa duttilità tattica potrà aiutarlo a trovare ancora maggior spazio».
Suona quasi come una promozione. E in effetti potrebbe esserlo. Nedved nel frattempo è costretto al riposo e chiamato a recuperare energie in vista della sfida all'Inter: «Però non possiamo metterci a pensare adesso ai nerazzurri - ha proseguito Ranieri -, anche se capisco che il nostro presidente e i nostri tifosi abbiano già in testa quanto accadrà tra pochi giorni. Ci sono prima altre due partite: giochiamole e proviamo a vincerle. Stiamo entrando nel vivo del campionato: la fase in cui le squadre cercano la giusta quadratura è finita, adesso si fa sul serio». La Juve ha trovato la sua, intanto, con Zanetti e Nocerino in mezzo al campo, Legrottaglie e Chiellini davanti a Buffon, Trezeguet prima punta e un modulo che ogni tanto è il classico 4-4-2 e altre volte il 4-3-1-2: «Cambio la mia creatura a seconda delle partite, mi piace così e i risultati non mancano». Oggi, a gestire «la creatura», siederà in panchina Christian Damianò, 57enne francese di chiare origini italiane. «Mi spiace non poter essere in panchina - ha chiosato il tecnico bianconero -, ma contro il Genoa ho sbagliato ed è giusto che paghi. Sarà un'esperienza nuova anche la tribuna: una volta, in Inghilterra, mi convinsero a guardare una partita dagli spalti, ma alla fine del primo tempo tornai a bordo campo. Sono abituato a stare vicino al prato, stavolta mi dovrò adeguare. Di sicuro non credo riuscirò a intrufolarmi negli spogliatoi dentro la cesta delle maglie sporche». Come fece qualche settimana fa Novellino, allenatore del Toro, a Bergamo contro l'Atalanta.
È la partita degli incroci, ma anche uno snodo importante in vista di quel che sarà: «Tutti pensiamo a Juve-Inter come una partita speciale - ha detto l'ad Blanc a margine dell'assemblea degli azionisti -. Ma dobbiamo fare attenzione a non pensare che il nostro campionato termini lì: la stagione proseguirà anche dopo e noi abbiamo obiettivi importanti da centrare.
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