Rapallo, il Comune che ha troppi soldi ma non può spenderli

Un anno intero senza Ici, Tarsu, imposte o gabelle comunali di ogni tipo. Multe comprese, naturalmente. Un sogno per molti contribuenti. Un sogno possibile per i rapallini che versano ogni 12 mesi, non senza sacrifici, poco meno di 30 milioni di euro al Comune senza sapere che nelle casse del municipio ci sono oltre 33 milioni di fatto inutilizzati. Sono i cosiddetti residui passivi. Soldi accantonati nella tesoreria unica della Banca d'Italia che l'ente non riesce a spendere ma anzi crescono continuamente (erano circa 11 milioni dieci anni fa). «Una situazione kafkiana», l'ha definita durante il consiglio comunale di lunedì sera, l'assessore al Bilancio Franco Parodi: «Sono soldi dei cittadini destinati a opere non realizzate e che non si riesce realizzare perché altrimenti l'amministrazione uscirebbe dal patto di stabilità e andrebbe incontro a pesanti conseguenze come il divieto di contrarre mutui o assumere personale».
Insomma, i soldi che ci sono non si riescono a spendere mentre il Comune continua a battere cassa ai contribuenti. Non solo. Lunedì sera sono state approvate variazioni al bilancio che di fatto impongono riduzioni alle spese correnti per 700 mila euro e comporteranno, secondo l'opposizione, «tagli ai servizi sociali, all'assistenza agli anziani e allo sport». Un paradosso spiegato dalla consigliera Elena Lavagno (Pdl), per trent'anni al ministero delle Finanze, con l'esigenza «di contenere l'aumento incontrollato della spesa pubblica ma che penalizza i comuni virtuosi come Rapallo ostacolando l'incremento delle opere pubbliche». È sufficiente dare una rapida occhiata ai numeri per capirlo. Come nel caso dei 225 mila euro destinato nel 2006 alla sicurezza nelle scuole o ai 170 mila investiti nientemeno che nel 2001 per l' ex Mares. Soldi che dormono tuttora sonni tranquilli nella tesoreria unica mentre sono stati appaltati i lavori per la Casa Gaffoglio per 740 mila euro che il prossimo anno probabilmente prenderanno il volo. Eppure «tra il 2004 e il 2006, durante il mio governo, i residui sono diminuiti di 2 milioni mentre con l'attuale sindaco Mentore Campodonico sono cresciuti di oltre 8 milioni», attacca il consigliere Ezio Armando Capurro. Capurro, dopo migliaia di interrogazioni e interpellanze rivolte all'amministrazione, non rinuncia a fare il professore di Economia col collegio dei revisori che hanno scritto al sindaco e al presidente del consiglio comunale per porre fine alle «reiterate segnalazioni e richieste scritte del consigliere Capurro che riporta affermazioni prive di fondamento». È questo l'attacco della comunicazione, letta in pieno consiglio dallo stesso Campodonico.

«Il collegio dei revisori è stato scelto dalla maggioranza e con queste parole dimostra di essere un organo politico della stessa maggioranza»: è la reazione scontata dell'opposizione. Perché nella battaglia politica di Rapallo - che nel consiglio di lunedì è andata avanti per sette ore fino alle 4 del mattino seguente - il patto di stabilità non esiste.

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