Rapina in villa, una famiglia sotto sequestro

Hanno aspettato la vittima in giardino e si sono fatti aprire la porta

Michele Perla

Nuova rapina in villa l’altra sera a Cuggiono, ai danni di un industriale. La quattordicesima, negli ultimi cinque mesi, messa a segno nel territorio dell’Altomilanese, la vasta zona di provincia che comprende i comuni dell’area magentina e del legnanese.
Vittima di un commando composto da cinque banditi, che parlavano con accento slavo, un’intera famiglia: l’imprenditore di 62 anni, la moglie di 56 e il figlio di 34. L’unico, quest’ultimo che dopo aver accennato una timida reazione, è stato malmenato dai rapinatori, per fortuna senza gravi conseguenze, anche se ha dovuto farsi medicare in ospedale.
È successo poco dopo le 20.30 in via Montebello, alla periferia del paese dove sorge la bella villa della famiglia presa di mira. In questa occasione il commando ha usato una tecnica diversa da tutti gli altri colpi precedenti. Alla consueta irruzione in casa, hanno preferito il più semplice sequestro di persona all’esterno.
Nascosti vicino all’abitazione hanno atteso fuori l’arrivo del capofamiglia, proprietario di una media azienda che costruisce impianti per autolavaggio di auto. Con i volti coperti da passamontagna, guanti alle mani, armati di cacciavite e chiavi inglesi, lo hanno aggredito ed immobilizzato; insieme hanno varcato la soglia di casa, dove pazientemente hanno aspettato che rientrassero moglie e figlio, per poi tenere anche loro sotto minaccia.
È stato a questo punto che il giovane, vinto dalla rabbia per quello che stava accadendo, ha provato a ribellarsi tentando una reazione; ma i banditi non si sono fatti cogliere di sorpresa e lo hanno preso a sberle rendendolo innocuo.
Dopo avere rinchiuso la moglie e il figlio dell'imprenditore in cucina, hanno chiesto al capofamiglia di condurli nei locali dove sapevano erano custodite due aprire due casseforti. L’uomo non ha voluto rischiare ulteriormente, vista anche la determinazione dei delinquenti, e li ha assecondati. Dopo avere aperto i forzieri, il commando li ha svuotati del loro contenuto: gioielli, orologi e denaro contante per un valore che non è ancora stato quantificato con precisione ma che comunque i carabinieri definiscono «ingente». Il bottino dovrebbe sfiorare i 150mila euro. A parte il trattamento riservato al figlio, la rapina si sarebbe svolta senza nessun atto di violenza; sarebbe infatti bastato qualche spintone per vincere ogni resistenza del padrone di casa. Razziato il malloppo, i cinque banditi hanno rinchiuso anche l'imprenditore in cucina con moglie e figlio e sono fuggiti.
Nella zona nessuno si sarebbe accorto di nulla, né sarebbero state notate auto in fuga.

Le tre vittime sono riuscite a liberarsi dopo una ventina di minuti e subito hanno lanciato l'allarme. Sull'episodio indagano i carabinieri della compagnia di Legnano, insieme agli uomini dello speciale pool costituito tra i comandi di diverse province della Lombardia, coordinato dal colonnello Enzo Bernardini.

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