Il rebus Economia: in calo i tecnici

RomaIl principale assist a Matteo Renzi nella formazione del governo non è venuto dalle forze di maggioranza che interroga a Montecitorio. Ma da Jeroen Dijsselbloem. Il presidente (olandese) dell'Eurogruppo ha detto chiaramente che la Commissione europea potrebbe concedere deroghe al rispetto del 3% di deficit, se l'Italia dovesse introdurre «riforme supplementari». In tal caso, Bruxelles potrebbe concedere più tempo a disposizione (come nel caso di Francia e Spagna) per raggiungere il pareggio di bilancio.
Alla luce di quest'apertura - presente nei Trattati, ma mai riconosciuta al governo precedente - al presidente incaricato non resta che ricomporre il puzzle del prossimo ministro dell'Economia. «Deve essere persona autorevole sui mercati internazionali», dice Antonio Patuelli. Il presidente dell'Abi, nella sostanza, mette fuori gioco una serie di economisti entrati nel toto-ministri; come Guido Tabellini e Lucrezia Reichlin. Ed anche qualche politico. Piero Fassino, però, non ha mai pensato realmente di essere della partita. Così come nemmeno Graziano Delrio ha immaginato realmente di trasferirsi a via XX Settembre. Lo attende la casella di sottosegretario alla presidenza del Consiglio; o, in alternativa, al ministero dell'Interno, in ballottaggio con Dario Franceschini.
All'Economia, poi, sembrano definitivamente tramontate le ipotesi Romano Prodi ed Enrico Letta: sebbene quest'ultimo sia sponsorizzato anche da Renato Brunetta.
Per il ministero dello Sviluppo economico, i bisbigli che filtrano dall'area-Renzi parlano di un imprenditore. E la mente corre a Franco Bernabè. Nelle ultime ore, però, sarebbe spuntata anche l'ipotesi Guido Barilla. Qualche pensierino, però, continua a coltivarlo anche Bruno Tabacci.
Al ministero della Difesa sembra delinearsi il profilo di Roberta Pinotti. Non è però ancora scomparso del tutto quello di Mario Mauro. L'attuale responsabile del dicastero potrebbe traslocare all'Istruzione. Qui, però, se la deve vedere con Stefania Giannini. Tra l'altro, il mondo della Difesa deve contribuire ad indicare il nuovo responsabile dei Servizi segreti militari (Aise); per il quale, venerdì scorso, sarebbe stato tentato un blitz a favore di uno stretto collaboratore del ministro stesso. Blitz fallito per l'intervento del Colle e non solo.
Al Lavoro si staglia la sagoma di Pietro Ichino. Anche Tito Boeri sarebbe della partita, ma per lui Renzi ha in mente il ruolo di coordinatore di una struttura economica di staff a Palazzo Chigi.
Alle Infrastrutture, Maurizio Lupi punta sulla riconferma. E avrebbe avuto garanzie dirette. Michele Emiliano, però, non avrebbe ancora abbandonato l'idea di entrare a far parte del governo. L'altro ministro sicuro di Ncd è Beatrice Lorenzin alla Salute. Angelino Alfano sembra sia sul punto di accogliere l'offerta di assumere il ruolo di vicepremier, senza incarichi in ministeri di spesa.
Alla Cultura spicca Gianni Cuperlo, anche se qualcuno ha pensato ad un nome di rottura come quello di Giovanni Lindo Ferretti, un artista che nasce dalla cultura punk.


Alla Giustizia, Livia Pomodoro ha dato la sua disponibilità a raggiungere via Arenula. Ma è più probabile che Renzi si voglia avvalere dell'esperienza di Guido Calvi, già senatore Pds e Ds. Emma Bonino è intoccabile agli Esteri come Federica Mogherini agli Affari europei.

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