«Recupero Fossati, ma sogno Gaber»

Dice che . Il suo recital Centro di igiene mentale, Nuove storie dal manicomio del mondo da questa sera (e fino al 21 ottobre) al teatro Parioli sarà l’ultimo spettacolo prima di una «lunga pausa». Cristicchi è un personaggio spiazzante. Sin dagli esordi con la dissacrante e poco conosciuta Prete (dove prende di mira i sacerdoti), fino all’esplosione mediatica come fenomeno estivo al Festivalbar con il tormentone su Biagio Antonacci. I più attenti avevano però ascoltato il suo primo album Fabbricante di canzoni del 2005 e si erano accorti della particolare capacità di scrittura e di composizione di questo giovane cantautore romano. Ironico, spregiudicato, a tratti sboccato, ma anche intenso, intimista ed elegante. Arriva poi Sanremo, edizione 2007, dove inaspettatamente il nostro trionfa, e con un brano che non ha niente di festivaliero. A seguire arriva il secondo disco Dall'altra parte del cancello.
Un anno di silenzio con il grande successo appena raggiunto? Una decisione controcorrente.
«Dopo questa serie di spettacoli sparisco! Devo scrivere un nuovo libro e voglio isolarmi. Ne sento il bisogno».
A otto mesi di distanza da Sanremo, come ha metabolizzato la sorpresa per la vittoria?
«È stata una sensazione molto forte. Avevo la felicità per essere riuscito a dare visibilità a un problema come quello degli ex-manicomi. Con C.I.M. ho girato l’Italia in lungo e largo. Forse ho sconvolto chi si aspettava un normale concerto, ma l’accoglienza è stata esaltante».
Già subito dopo Sanremo ha presentato lo spettacolo a Roma, al Parco della Musica. Cosa ci sarà di diverso stavolta?
«È una sorta di secondo tempo. Ci saranno nuovi racconti, nuove esperienze e brani come L’uomo coi capelli da ragazzo di Fossati, forse la prima canzone italiana che ha affrontato il tema dei matti».
Dopo tanti concerti, riesce ancora ad emozionarsi sul palco?
«Provo sempre un brivido e sento queste persone come se fossero sempre vicine a me».


Si tratta di un ulteriore evoluzione del teatro-canzone di «gaberiana» memoria.
«Gaber è la mia fonte d’spirazione. Sul palco però non sono solo come spesso era Gaber: ci sono altri attori, c’è uno schermo video, i musicisti».

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