Tutto è iniziato con Pierluigi Castagnetti, l'ex piddì molto vicino a Sergio Mattarella. Poi, mandato avanti dallo stesso Matteo Renzi, il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha provato a sondare le opposizioni per capire se ci fosse margine di trattativa per spostare il referendum sulle riforme costituzionali. I due hanno raccolto solo "no" creando non pochi mal di pancia anche tra gli italiani. Un pasticcio, quello di Renzi, che ha obbligato il capo dello Stato a intervenire per sanare la ferita.
Secondo quanto trapela da Repubblica, Mattarella non avrebb mai pensato a posticipare il referendum costituzionale previsto per il prossimo 4 dicembre. Tanto che dal Quirinale lo staff del presidente della Repubblica fa trapelare "stupore", "sorpresa" e "scetticismo". Ormai manca un mese all'appuntamento che tutti i partiti considerano cruciale per il futuro dell'Italia e del governo Renzi. Un voto che potrebbe mettere una pietra sopra sulla riforma che, a colpi di fiducia, ha cambiato in modo pesante la Carta costituzionale e sulla stessa leadership di Renzi. Sebbene il premier abbia più volte detto che non intende legare la propria permanenza a Palazzo Chigi al risultato del referendum, le opposizioni sono pronte a chiedere la sua testa n caso di vittoria del "no". E, stando a tutti i sondaggisti d'Italia, il fronte del "no" è nettamente in vantaggio.
L'eco di queste tensioni sarebbe arrivato fino al Colle. Negli ultimi giorni Mattarella si sarebbe, infatti, sentito chiamare in causa "ingiustificatamente". Come spiegano gli esponenti dell'esecutivo e i parlamentari che ieri lo hanno ascoltato e che hanno riferito di queste chiacchierate a Repubblica, il capo dello Stato avrebbe assistito con "stupore" al tentativo di "tirargli la giacca" da una parte e dall'altra. "Il presidente - ci tengono a far sapere dal Quirinale - non ha mai pensato e nessuno gli ha mai parlato dell'ipotesi di far slittare la consultazione referendaria". Non solo.
"L'idea di spostare la data del voto non ha mai varcato il portone del Quirinale - spiegano ancora a Repubblica - il confronto non ha superato i confini dei partiti e dei giornali. Senza alcun tipo di profilo formale e istituzionale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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