Quattrocento euro al mese per pagare la baby sitter o la badante, indipendentemente dal reddito. Si chiama «Lombardia per le donne» ed è un nuovo programma di sostegno all'occupazione femminile e alla maternità finanziato dalla Regione. «Troppo spesso le donne si trovano di fronte alla scelta tra il lavoro e la cura dei figli o dei genitori anziani - spiega l'assessore al Lavoro Simona Tironi che ha creduto, prima, e promosso poi l'iniziativa - Ma spesso è una non scelta. Lo dico da mamma e da assessore al Lavoro. Le donne devono essere libere di decidere se stare a casa o seguire la propria passione e la loro professione. Questa misura non è stata fatta quindi per porre un tema, ma per dare una risposta efficace e immediata». In buona sostanza quindi, da venerdì prossimo (15 novembre) basterà accedere al sito della Regione, dove ci sarà una finestra «Lombardia per le donne» e aderire all'avviso. Possono accedere tutte le donne disoccupate da almeno tre mesi che vogliono rientrare nel mondo del lavoro, ma anche quelle che già lavorano part time e vorrebbero trasformare il loro contratto in full time oppure le libere professioniste che aprono partita Iva. Come funziona? «Facile - spiega l'assessore Tironi - Ci portano il contratto di lavoro di almeno 12 mesi, anche a tempo determinato, e contestualmente anche il contratto di assunzione di una baby sitter se si rientra dopo una maternità oppure di una badante, di un car giver se si rientra dopo una malattia grave in famiglia che riguarda una persona fino al secondo grado di parentela, oppure ancora di un assistente per parente disabile anche in questo caso fino al secondo grado di parentela». A quel punto Regione per i primi 12 mesi offre un vaucher di 400 ero al mese per contribuire al costo dell'assistente. Questo indipendentemente dall'Isee e anche da quanto realmente venga pagata la baby sitter.
«Il nostro obiettivo - spiega ancora Tironi - è che in un colpo solo riportiamo al lavoro due donne: quella che rientrano nel mercato ma anche tutte quelle donne, perché per lo più sono donne, che garantiscono l'assistenza. Non solo in questo modo aiutiamo anche a contrastare il lavoro illegale». La Regione ha stanziato per questo 5 milioni di euro, «una quota - aggiunge Simona Tironi - che dovrebbe coprire il rientro di tutte quelle donne fuori dal lavoro da tre mesi. E rimborsiamo anche i costi del consulente del lavoro che dovrà segue la pratica per formulare i contratti. Non solo.
Una quota di questi 5 milioni di euro la utilizzeremo per formare queste donne che tornano nel mondo dal lavoro, per aggiornare le competenze e anche per sostenerle nell'empowerment, nel credere in se stesse, nell'avere un arricchimento personale. Per fare capire che hanno il loro posto, importante, nel mondo del lavoro».
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